Crisi idrica: il governatore Fontana interviene in aula
Fontana ha sottolineato quanto fatto in questi mesi e cosa ci sarà da fare in futuro.
Il Governatore della Lombardia, Attilio Fontana, è voluto intervenire in aula per spiegare quanto fatto e quanto verrà fatto per affrontare questa crisi idrica.
Crisi idrica: le parole di Fontana
"La questione, urgente ed imprescindibile, della carenza idrica e le sue ripercussioni in ambito agricolo, produttivo, energetico e di approvvigionamento idropotabile, è al livello di massima attenzione da parte della Giunta fin dai primi mesi dell'anno".
Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, intervenendo in Aula consiliare sulla situazione idrica e sulla siccità in Lombardia.
"La situazione delle disponibilità idriche - ha aggiunto Fontana - è stata attentamente monitorata nel corso della stagione invernale e primaverile 2022 dall'Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici nel distretto idrografico del fiume Po che si è riunito con regolarità da febbraio; l'ultima riunione è stata mercoledì 29 giugno 2022. Non si può certo dire che l'emergenza ci abbia colto di sorpresa. E il decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri di ieri sera che assegna alla nostra Regione 9 milioni di euro per la gestione dell'emergenza, accogliendo la nostra richiesta, trova un terreno ricettivo e pronto, un impegno da parte nostra costante e immutato".
"Abbiamo finora condotto - ha proseguito il governatore - un'attività politico istituzionale tesa a condividere con tutti i soggetti interessati misure e interventi. Ciò, al fine di attuare una gestione equilibrata, sempre sul filo delle risorse, senza arrecare danni a scapito di chi gestisce la risorsa idrica e nell'intento di tutelare il primo raccolto. In assenza di un commissario all'emergenza, è valsa fin da subito e a tutt'oggi, la sinergia coi gestori dei bacini idrici e degli impianti idroelettrici, in raccordo con Assessori e Associazioni, al fine di consentire il differimento della semina e la risorsa idrica sufficiente a garantire il raccolto entro la prima quindicina di luglio".
Tutte le tappe della crisi e degli interventi
"Forti di un contesto conoscitivo approfondito e puntuale, cui dobbiamo certamente dire grazie al sistema di monitoraggio regionale e interregionale, abbiamo dichiarato lo 'stato di emergenza regionale' fino al 30 settembre 2022. Già a partire da uno stato di severità idrica 'media' del 29 marzo, avevamo dato avvio ai primi provvedimenti. Inizialmente concentrandoci sullo strumento della deroga temporanea al rilascio del deflusso minimo vitale/ deflusso ecologico, introdotto con le opportune misure di tutela e monitoraggio degli effetti sugli habitat degli alvei interessati. Abbiamo esteso le riflessioni al Tavolo regionale per l'utilizzo idrico in agricoltura che è il riferimento con il quale vengono condivise e adottate le misure per fronteggiare la situazione di concerto con gli utilizzatori irrigui e idroelettrici, le associazioni di categoria, gli utilizzatori, gli enti regolatori dei grandi laghi e gli enti gestori delle aree protette. Abbiamo svolto riunioni interassessorili, ultima quella del 27 giugno, che testimoniano non solo la volontà di conoscenza del contesto e dei fenomeni che lo caratterizzano, ma anche la ferma intenzione di disporre di tutte le competenze necessarie e disponibili per attuare misure e trovare soluzioni innovative in ambito irriguo a uso agricolo, eventualmente anche ridefinendo le misure del PNRR e a valere sul Programma di Sviluppo Rurale 2023. Le proposte oggi al vaglio della Giunta riguardano: lo sviluppo di tecniche di coltivazioni alternative a più basso consumo idrico, l'istituzione di un tavolo di lavoro regionale per promuovere sistemi innovativi legati all'irrigazione e ai metodi di coltura, il superamento del tetto massimo di finanziamento pubblico previsto per le misure del Piano di Sviluppo Rurale, la rimodulazione di progetti PNRR già approvati e destinati all'accumulo di risorse idriche. Inoltre, stiamo valutando forme di semplificazione al procedimento amministrativo per facilitare l'approvazione di pozzi ad uso irriguo, in accordo con le province. Consideriamo anche il fatto che non si è verificato, durante la stagione invernale, quell'accumulo di neve che rappresenta una riserva per i periodi estivi".
Il governatore Fontana ha quindi spiegato che "con l'evolversi della situazione, caratterizzata da temperature superiori e precipitazioni inferiori alla norma del periodo di riferimento, abbiamo approvato l'Ordinanza 917 del 24 giugno 2022, per garantire il risparmio idrico e l'utilizzo parsimonioso e responsabile, con particolare riferimento all'acqua potabile. Contestualmente, anche a seguito dell'incontro urgente della Conferenza delle Regioni del 22 giugno 2022, abbiamo chiesto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento della Protezione Civile, l'istituzione di una Cabina di regia permanente, congiunta tra lo Stato e le Regioni".
"Ieri il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Mario Draghi, ha deliberato la dichiarazione dello stato di emergenza, fino al 31 dicembre 2022, in relazione alla situazione di deficit idrico nei territori ricadenti nei bacini distrettuali del Po e delle Alpi orientali, nelle Regioni Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto. Lo stato di emergenza consente di fronteggiare con mezzi e poteri straordinari interventi di soccorso e assistenza alla popolazione e ripristino della funzionalità dei servizi e delle infrastrutture pubbliche. È, dunque - ha detto ancora Fontana - evidente che lo scenario ha reso necessario il ricorso a mezzi e poteri non ordinari, vista anche la situazione relativa all'approvvigionamento idropotabile che, per i comuni lombardi, impatta maggiormente nella fascia pedemontana e montana - circa 285 comuni con una popolazione interessata di circa 37.000 abitanti, concentrata spesso in piccoli centri o frazioni. Siamo orgogliosi d'aver posto l'accento su questa tematica e di essere stati ascoltati dal Governo, con uno stanziamento importante a vantaggio della Lombardia. Da parte nostra, è utile ricordarlo, abbiamo prontamente attivato il sistema regionale di Protezione civile e raccomandato a tutti i cittadini di utilizzare l'acqua in modo responsabile. Abbiamo messo a disposizione dei Sindaci uno schema di ordinanza raccomandandone l'adozione e assicurando il monitoraggio e il supporto regionale sui provvedimenti posti in essere. Abbiamo previsto che i concessionari delle utenze diano priorità al servizio irriguo, tenendo conto delle culture e attivando anche campagne di sensibilizzazione nei confronti dei consorziati. L'Ordinanza è uno strumento straordinario che abbiamo condiviso col territorio, con gli Assessori competenti e col livello centrale. Come in più occasioni evidenziato è imprescindibile, al fine di gestire in maniera più efficiente le risorse idriche accumulabili nei grandi laghi, acquisire la competenza in merito alla vigilanza degli Enti regolatori dei laghi (Consorzio del Ticino, Consorzio dell'Adda, Consorzio dell'Oglio), attualmente enti di emanazione statale. A tale proposito, è già stata avanzata richiesta al Governo nell'ambito delle proposte di autonomia differenziata. Chiederemo anche un passaggio di competenze alla Regione sulla navigazione dei grandi laghi (Maggiore, Como, Garda) e collaboreremo con le Regioni Emilia-Romagna e Veneto e la struttura commissariale centrale per gli interventi strutturali necessari (a carico dello Stato) ad affrontare la problematica del cuneo salino del Fiume Po (barriere o impianti di desalinizzazione)".
"Oggi, in questa come in altre emergenze - ha concluso il presidente Fontana - è fondamentale il richiamo all'unità d'intenti nell'esclusivo interesse del benessere dei nostri cittadini, della salute pubblica e dello sviluppo equilibrato del territorio e delle sue esigenze di crescita. Mi sembra importante, quindi, con l'occasione odierna confermare la bontà del percorso di ascolto, dialogo, condivisione e regia della nostra Regione".