la risposta dopo le polemiche

Caso Bersaglieri a scuola, il Pd risponde alla parole del Ministro Crosetto

Il Liceo Bramante - sottolineano Malpezzi e Manzi - non ha impedito niente a nessuno: un gruppo di insegnanti ha semplicemente espresso le proprie opinioni su quel protocollo

Caso Bersaglieri a scuola, il Pd risponde alla parole del Ministro Crosetto
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Hanno voluto rispondere alle parole del ministro Crosetto le rappresentanti nazionali del Pd, Simona Malpezzi e Irene Manzi, dopo l'apertura del caso legato al Liceo Bramante di Magenta in cui il corpo docenti ha deciso di non adottare il protocollo dedicato ai Bersaglieri.

Caso Bersaglieri a scuola, il Pd risponde alla parole del Ministro Crosetto

"Crediamo che i ministri dovrebbero sempre misurare le parole e conoscere i fatti prima di dichiarare. Per questo siamo dispiaciuti che il ministro Crosetto, in un'importanza occasione istituzionale, abbia voluto fare una polemica strumentale con i docenti del Liceo Bramante di MAGENTA, colpevoli di aver criticato con una lettera la sottoscrizione da parte di Valditara del protocollo con il corpo dei Bersaglieri. Le sue parole sono inappropriate, forse perché si è fidato di esternazioni di colleghi e parlamentari più
interessati alle polemiche che ai contenuti".

Lo dichiarano in una nota congiunta la senatrice lombarda del Pd, Simona Malpezzi e Irene Manzi, responsabile nazionale scuola del Pd.

"Da titoli di giornale e dalle dichiarazioni di parlamentari e ministri, nonché dalle parole della presidente del consiglio, sembra infatti - si legge nel comunicato - che la scuola si sia opposta alla presenza dei Bersaglieri, impedendo loro di entrare a scuola. Non è così, non solo perché negli anni ci sono già stati ma anche perché nulla è stato deliberato. I protocolli non sono obbligatori: sono delle opportunità che il ministero offre alle scuole per attività curricolari e che le scuole decidono o meno se utilizzare. In questo Paese esiste ancora, e per fortuna, l'autonomia scolastica anche se questo governo sembra spesso
dimenticarlo".

"Le insegnanti hanno espresso la propria opinione"

"Peraltro, il Liceo Bramante - sottolineano Malpezzi e Manzi - non ha impedito niente a nessuno: un gruppo di insegnanti ha semplicemente espresso le proprie opinioni su quel protocollo, le ha presentate come oggetto di discussione e riflessione per il collegio docenti (sí, la scuola è ancora un luogo democratico di confronto) e le ha volute far arrivare al ministro come proprio punto di vista. In questo Paese esiste ancora la libertà di espressione a cui il governo, invece, sembra allergico. Si possono non condividere alcune valutazioni contenute nella lettera, ma non si può in alcun modo mettere in discussione la libertà e l'autonomia dei docenti di esprimerle perché a loro spettano le scelte didattiche e di questo sono responsabili".

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