San Magno

Benemerenze civiche: ecco a chi andranno quest’anno

Undici i premiati, quattro dei quali alla memoria.

Benemerenze civiche: ecco a chi andranno quest’anno

“Grazie a quelle persone che al lamento hanno opposto l’azione”. Con queste parole, lo scorso 5 novembre, il sindaco di Legnano Lorenzo Radice aveva salutato i cittadini e le associazioni premiati con le benemerenze civiche. Un anno dopo, è ancora tempo di dire “grazie” a persone fisiche o giuridiche “che si sono particolarmente distinte per attività ispirate ai fondamentali valori umani della solidarietà, della dedizione e dell’aiuto al prossimo, per il contributo al progresso della cultura o per il significativo apporto al miglioramento della qualità di vita e di convivenza sociale”.

Mercoledì 5 novembre la consegna delle benemerenze civiche

I destinatari delle benemerenze civiche 2025, scelti dalla Giunta comunale su proposta del primo cittadino in occasione della festa patronale di San Magno, sono 11: Bruno Gulotta (alla memoria), Carla Tosi (alla memoria), Celso Capocasa (alla memoria), Augusto Gilardi (alla memoria), Ernesta Ricotta, Benedetta Sartori, Agostino Burberi, Enrica Mariani, Gaetano D’Ingianti, Anna Maria Volontè e Gianni Celeghin.

La cerimonia, in programma mercoledì 5 novembre alle 17, si terrà nella tradizionale sede della Sala degli stemmi. In previsione della grande affluenza di pubblico, nell’atrio del municipio, alla base della scalinata centrale, sarà collocato un video che permetterà anche a chi non troverà posto nella sala di seguire la cerimonia.

Il profilo dei cittadini benemeriti e le motivazioni

Bruno Gulotta: Cittadino legnanese, nell’agosto del 2017, come molti connazionali si trovava in vacanza all’estero con la famiglia composta dalla signora Martina e dai due figli piccoli, Alessandro e Aria. Dopo una tappa a Cannes, il viaggio li aveva condotti a Barcellona dove il 17 agosto stavano facendo insieme una tranquilla passeggiata sulla “rambla”. Il piccolo Alessandro era vicino a papà Bruno, quando all’improvviso un furgone si è lanciato sulla folla. Bruno non ha esitato e, con la determinazione che può nascere solo da amore incondizionato, ha fatto lui stesso da scudo. La follia dell’atto terroristico poneva fine in modo improvviso alla giovane vita di Bruno, che con il suo atto eroico, garantiva però al figlio di poter continuare a vivere e diventava un esempio di sacrificio, di dedizione, di amore, che non potrà essere dimenticato.
Motivazione: “Per l’atto di coraggio e di amore incondizionato, con il quale ha sacrificato la sua vita per salvare quella del figlio, durante il tragico attentato terroristico avvenuto nel 2017 a Barcellona”.

Carla Tosi: Figlia del noto industriale legnanese Francesco Tosi, nacque a Legnano il 5 maggio 1894 e a vent’anni sposò Guido Ucelli, importante imprenditore milanese, co-fondatore del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica Leonardo da Vinci. La famiglia, che si allargò con la nascita dei cinque figli, dovette affrontare, come tutti gli italiani, le difficoltà e le paure legate allo scoppio del primo conflitto mondiale. Tutti, ma in modo particolare Carla, sentirono l’urgenza di non restare indifferenti, ma di fare quanto possibile per alleviare le sofferenze della popolazione; per questo si dedicarono all’assistenza dei soldati feriti. Il secondo conflitto mondiale vide Carla ancora impegnata per soccorrere quanti in prima persona rischiavano la vita per opporsi al regime fascista e quanti erano perseguitati per questioni razziali. Grazie al suo intervento e alle sue conoscenze nella società milanese, molti partigiani ed ebrei riuscirono a mettersi in salvo in Svizzera. Questa attività rese i coniugi Carla e Guido oggetto delle attenzioni del regime nazi-fascista. Entrambi furono arrestati il 14 luglio del 1944 e detenuti nelle carceri milanesi. Carla patì la prigionia anche nel lager di Gries vicino a Bolzano e poi a Merano. Il padre cappuccino Gian Antonio Agosti, che ebbe modo di conoscerla durante i mesi di detenzione, testimoniò la sua capacità di rincuorare gli altri prigionieri e dare loro la forza di resistere. Fu liberata grazie all’interessamento della famiglia che si prodigò in ogni modo e mise in campo tutte le conoscenze per salvarla. Nel 1962 il Comune di Milano la insignì della medaglia d’oro. Insieme con il marito è annoverata tra i giusti tra le nazioni.
Motivazione: “Per la coraggiosa opera di aiuto nei confronti di ebrei e partigiani ricercati, durante la seconda guerra mondiale, organizzandone la fuga e subendo, per questa sua attività, l’arresto e la detenzione nelle carceri milanesi prima e a Bolzano e Merano poi”.

Celso Capocasa e Augusto Gilardi: Negli anni Venti del secolo scorso, su iniziativa della famiglia Cantoni e di Carlo Jucker fu costruito nella nostra città il sanatorio, intitolato alla regina Elena di Savoia. I promotori erano stati animati dalla volontà di affrontare e combattere la piaga della tubercolosi, che colpiva in particolare i lavoratori del settore tessile obbligati a lavorare per molte ore in ambienti chiusi e, per questo, soggetti a frequenti polmoniti, bronchiti e tisi. L’assistenza nella struttura era fornita gratuitamente e, al suo interno, i degenti trovavano un ambiente studiato per ispirare serenità e garantire così un percorso di cura più rapido ed efficace. Una struttura sanitaria così all’avanguardia per l’epoca poté avere risultati significativi sotto il profilo della cura grazie alla professionalità e alle competenze di quanti furono chiamati a lavorarvi come medici. Il dottor Celso Capocasa, specializzato in Pneumologia, Radiologia, cura della tisi e Medicina del lavoro fu uno di questi; nel 1936 iniziò la sua attività come primario direttore della struttura, e vi rimase fino al 1963 quando morì per aver contratto una forma collaterale e subdola della malattia, dovuta alla vicinanza con pazienti gravi. A condividere la sua esperienza umana e professionale fu un altro medico pneumologo, il dottor Augusto Gilardi che entrò in servizio nel 1946 dopo aver svolto per tanti anni il servizio militare come medico di artiglieria a cavallo. Dopo la morte del dottor Capocasa, continuò a ricoprire il ruolo di primario fino a quando la struttura non fu chiusa negli anni ‘70. Entrambi seppero unire alle conoscenze mediche l’attenzione per i pazienti cui si avvicinavano con sensibilità e attenzione, accompagnandoli nel percorso di cura.
Motivazione: “Per la competenza e l’impegno con i quali hanno assistito come medici i degenti dell’ex sanatorio Regina Elena di Savoia, dedicandosi a loro con grande sensibilità, cortesia ed estrema attenzione”.

Ernesta Ricotta: Nata a Milano si è laureata all’Università Statale di Milano in Medicina e Chirurgia con il massimo dei voti e la lode, specializzandosi poi in Neurologia e Neuropsichiatria infantile. Queste competenze l’hanno portata all’ospedale di Legnano dove fino al 2018 è stata responsabile del servizio ospedaliero di Neuropsichiatria infantile, ottenendo nel 2000 dalla stessa struttura un encomio alla professionalità. Nel 2015 ha ottenuto anche un riconoscimento di alta specializzazione in Neurologia ed Epilettologia pediatrica. All’impegnativa professione medica ha affiancato da oltre vent’anni l’attività formativa di volontariato sul territorio, rivolgendosi prima ai docenti e poi anche agli studenti su tematiche inerenti problematiche psicosociali e argomenti tecnici, per lo più su richiesta delle scuole. Dal 2020 è impegnata in progetti rivolti agli studenti della scuola secondaria sul tema dell’alimentazione e dei disturbi correlati, nonché, di recente, sul tema della guida sicura (prevenzione dell’abuso di alcol) e su progetti di teatro. Ha collaborato con il Comune di Legnano in un progetto sperimentale rivolto agli alunni del quarto anno di alcune scuole primarie della nostra città sul tema della consapevolezza lessicale, nell’ottica del superamento delle disparità di genere. Alcuni anni fa ha ampliato le sue attività di volontariato, iniziando a prestare la sua attività come medico cooperante in Guinea Bissau dove sta cercando di realizzare un centro di neuro riabilitazione pediatrica.
Motivazione: “Per il suo impegno a favore della collettività, profuso sia nella professione medica di neurologa e neuropsichiatra infantile sia nell’ambito del volontariato, attraverso progetti sperimentali sulle fragilità e le dipendenze e con l’attività di medico cooperante in Guinea Bissau”.

Benedetta Sartori: Nata a Legnano nel 2001 è cresciuta nella nostra Città dove ha iniziato la sua carriera sportiva nelle giovanili della società FoCol Volley. Successivamente, dopo una militanza nelle giovanili di diverse società sportive, è diventata professionista nel 2019, giocando in serie A2 per la Futura Volley e poi, rispettivamente, nel Casalmaggiore, nella Uyba e, attualmente, nella Pro Victoria, tutte società ai vertici della massima serie pallavolistica italiana. Nel 2017 ha vinto il XIV Festival olimpico estivo della gioventù europea, nel 2018 il Campionato europeo under 19, nel 2025 le Universiadi fino ad arrivare, nel settembre di quest’anno a conquistare la medaglia d’oro nella 20^ edizione del Campionato mondiale femminile di pallavolo in Thailandia. Come lei stessa ha scritto: “Ero lì. Ho vissuto il sogno, l’ho visto diventare realtà. Ancora non ci credo. Ora siamo sul tetto del mondo”. Questi brillanti risultati sono il frutto di impegno, spirito di sacrificio, lavoro si squadra, tutti valori che, oggi più che mai, rappresentano un patrimonio fondamentale per la nostra società e che lo sport, nella sua dimensione più autentica e sana, sa racchiudere e trasmettere. Benedetta incarna questi principi nel migliore dei modi e per questo può essere un punto di riferimento per i suoi coetanei.
Motivazione: “Per l’impegno, la costanza, lo spirito di sacrificio con i quali si è dedicata alla pratica sportiva, fino ad ottenere, nel settembre 2025, con la Nazionale femminile di pallavolo, la medaglia d’oro nel Campionato mondiale”.

Agostino Burberi: È stato uno dei primissimi “ragazzi” di Don Lorenzo Milani di cui ha sperimentato il metodo educativo. Come lui stesso ricorda “Quel 7 dicembre 1954, il giorno che Don Lorenzo Milani entrò a Barbiana, me lo ricordo ancora molto bene. Fui il primo parrocchiano ad incontrarlo, quando entrò in chiesa. Ero lì perché facevo il chierichetto. Non perse tempo. Di lì a poco propose ai genitori di avviare la scuola, quella che poi sarebbe diventata la scuola di Barbiana”. Su sollecitazione di Don Milani, dopo una formazione professionale come disegnatore meccanico, volle scegliere un lavoro che lo portasse a dedicarsi agli altri. Per questo, si trasferì a Milano dove frequentò la scuola di formazione sindacale della Cisl diventando negli anni successivi dirigente sindacale per il settore tessile sul territorio legnanese. Ha mantenuto tuttavia stretti contatti con la realtà di Barbiana contribuendo a tenere vivo il ricordo di quell’esperienza con molte attività di testimonianza e con la costituzione e organizzazione della Fondazione Don Lorenzo Milani, di cui è ora presidente. Durante il 2024, in occasione del centenario della nascita del sacerdote, è stato particolarmente impegnato in conferenze, dibattiti, interviste e altre iniziative culturali realizzate su tutto il territorio nazionale al fine di attualizzare il messaggio di Don Milani.
Motivazione: “Per l’impegno profuso nella diffusione, valorizzazione e attualizzazione del metodo educativo di Don Lorenzo Milani, attraverso la Fondazione a lui intitolata, nonché la promozione e organizzazione di iniziative culturali realizzate su tutto il territorio nazionale e a Legnano a cent’anni dalla nascita”.

Enrica Mariani: Laureata in Matematica, dopo un periodo di lavoro prestato presso il Dipartimento di chimica e fisica dell’Università di Milano, ha deciso di dedicarsi all’insegnamento. Per 28 anni ha svolto questa professione presso la scuola secondaria di primo grado Dante Alighieri, lasciando in tutti il ricordo di una grande passione e dedizione ai giovani. Terminata la sua esperienza lavorativa, non ha abbondonato il mondo della scuola, ma ha continuato a lavorare come volontaria per aiutare gli alunni in difficoltà. La vocazione a mettere a disposizione il suo tempo e le sue capacità per migliorare la vita degli altri, si è concretizzata anche nell’attività di volontariato a favore delle missioni in Congo, Costa d’Avorio, Kenya e India, attività svolta presso l’oratorio SS. Martiri di Legnano
Motivazione: Per la passione e l’energia con la quale si è dedicata per 28 anni all’insegnamento presso la Scuola Secondaria di primo grado Dante Alighieri, guadagnandosi la stima di alunni e colleghi, e la sensibilità con cui si dedica all’attività di volontariato a supporto delle missioni presso l’Oratorio dei Santi Martiri.

Gaetano D’Ingianti: Cittadino legnanese, con uno spiccato senso di appartenenza al territorio, si è distinto nel tempo collaborando con tutte le istituzioni, autorità, enti, organizzazioni e associazioni, stimolando il progresso civile e la cultura della sicurezza. Ha contribuito alla realizzazione di progetti di sicurezza e incolumità pubblica nel settore degli eventi. È stato ideatore e responsabile del “Progetto legalità”, diretto a contrastare il fenomeno del bullismo, dello spaccio di sostanze stupefacenti e dei reati informatici nelle scuole, nonché il fenomeno dello scippo, del borseggio e delle truffe agli anziani. Nel 2022, in seno alla Associazione Nazionale Polizia di Stato, si è prodigato per far decollare l’organizzazione di volontariato attivo “ODV” con l’intento di creare una grande famiglia per attività di primo soccorso, protezione civile, orientamento e ricerche in montagna. Numerosi i riconoscimenti ottenuti, tra i quali: l’onorificenza di Cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica italiana”, la benemerenza civica del Comune di Noepoli, suo comune di nascita, un attestato di benemerenza del Centro ospedaliero militare di Milano per il generoso e qualificato impegno profuso nel corso delle attività connesse alla gestione della lunga campagna vaccinale effettuata nel 2020/2021 a supporto delle comunità colpite dalla pandemia Sars Cov 2.
Motivazione: Per la dedizione e l’impegno profusi nel contrasto all’illegalità, nel corso della carriera professionale nella Polizia di Stato, dove ha saputo costruire un costante dialogo e un coordinamento capillare con le diverse realtà sociali del territorio.

Anna Maria Volontè: Laureata in Archeologia, con specializzazione in Archeologia e Storia dell’arte antica, medievale e moderna ha dedicato tutta la sua vita professionale alla valorizzazione della storia, con particolare riferimento al territorio. Ha curato numerose pubblicazioni scientifiche su diverse epoche e molteplici aspetti della vita nell’età antica. Per quanto riguarda il territorio sono da ricordare i suoi studi sul sepolcreto di epoca imperiale di San Giorgio su Legnano, la necropoli romana di via Pietro Micca, le ceramiche decorate e inscritte di Arsago Seprio, l’età longobarda nell’Altomilanese, necropoli e riti funerari in Castellanza, la patera di Parabiago, le sepolture tardo-celtiche a Castellanza, i culti non latini nella Lombardia romana, la necropoli di via Arluno a Pogliano Milanese. Dagli anni Ottanta del secolo scorso a oggi, è stata relatrice di conferenze sui temi più diversi, con particolare attenzione agli aspetti della vita quotidiana nel passato. Fondamentale la sua collaborazione per la valorizzazione del Museo civico Guido Sutermeister, realtà culturale per la quale per oltre 40 anni ha speso le proprie energie. Si è occupata della catalogazione, dell’inventario e dell’allestimento di mostre in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per la Città Metropolitana di Milano e con gli Amici del Museo. Nel 2008 e nel 2014 ha curato la redazione del nuovo catalogo del Museo Sutermesiter. Ha promosso e seguito progetti didattico-scientifici volti alla valorizzazione e alla divulgazione del patrimonio archeologico e storico del territorio legnanese con il contributo di Regione Lombardia. In tutta la sua attività professionale ha dimostrato sempre, oltre una competenza e preparazione riconosciuta e apprezzata da tutti, anche un entusiasmo e una disponibilità non comuni, promuovendo la tutela archeologica del territorio. Negli anni ha raccolto intorno a sé un gruppo di giovani ricercatori e ricercatrici che collaborano sia all’attività didattica sia all’attività scientifica, garantendo loro una preziosa esperienza professionale e al museo una risorsa di alto profilo scientifico.
Motivazione: “Per il fondamentale apporto dato allo sviluppo del Museo Civico Guido Sutermeister come centro culturale di riferimento per la Città di Legnano e per tutto il territorio circostante”.

Gianni Celeghin: Nato in provincia di Padova nel periodo tra le due guerre, intraprese un percorso di studi professionali a indirizzo artistico sartoriale presso l’istituto salesiano dei Conti Rebaudengo a Torino, grazie all’interessamento di un sacerdote, che ne riconobbe le potenzialità. La nobiltà europea del tempo frequentava la sartoria dell’istituto, la cui produzione si caratterizzava per la sofisticata eleganza. Lo spirito di sacrificio e il senso di responsabilità lo guidarono negli anni di formazione e gli consentirono di apprendere l’arte della sartoria. Rientrato a Padova come maestro sarto, Pietro Cardin, il famoso couturier Pierre Cardin, ne scorse il talento e la dedizione, invitandolo a lavorare presso il suo atelier di Parigi. Spinto da un senso di patriottismo, dovendo iniziare il servizio militare, declinò l’invito, ma una seconda occasione gli si presentò, quando, partito per la Lombardia, giunse a Legnano dove in poco tempo divenne punto di riferimento importante per i clienti che frequentavano la sartoria dove aveva trovato lavoro. La sua intraprendenza unita al suo talento lo portarono ben presto ad aprire la propria attività che ancora oggi è simbolo di una eleganza unica. Tante personalità, tra le quali si annoverano politici, attori, sportivi di livello internazionale hanno apprezzato e continuano ad apprezzare i suoi lavori.
Motivazione: “Per la sapienza artigianale, la passione, la dedizione e il talento con i quali ha saputo creare e consolidare l’attività di sartoria che porta il suo nome e che è diventata simbolo di eleganza e motivo di prestigio per la Città”.

 

Nella foto di copertina: un momento della cerimonia di consegna delle benemerenze civiche 2024