Atti intimidatori contro gli amministratori comunali: Lombardia prima al Nord
I dati per il 2022 per la Lombardia, dopo un aumento esponenziale del fenomeno durante la pandemia, segnano un calo riallineandosi ai dati pre-pandemia
Nel 2022 in Italia sono stati 326 gli atti intimidatori, di minaccia e violenza contro sindaci, assessori, consiglieri comunali e municipali, amministratori regionali, dipendenti della Pubblica Amministrazione. Colpiti anche Legnano e San Vittore Olona.
Atti intimidatori contro gli amministratori
Due casi su tre si sono verificati al Sud e sulle isole (il 66% del totale). In testa la Sicilia con 50 casi censiti, seguono la Campania (49), la Puglia (48) e la Calabria (42). Il diciotto per cento del totale degli episodi ha riguardato le donne, amministratrici e dipendenti della PA con minacce dirette e indirette.
È quanto emerge dal Rapporto 2022 Amministratori Sotto Tiro realizzato da Avviso Pubblico, la rete antimafia di Enti locali e Regioni, presentato giovedì 26 giugno a Roma, presso la sede della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, alla presenza del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
I dati per il 2022 per la Lombardia, dopo un aumento esponenziale del fenomeno durante la pandemia, segnano un calo riallineandosi ai dati pre-pandemia. Tuttavia ci raccontano la pervasività territoriale del fenomeno con 7 Province, 16 Comuni colpiti, 23 atti intimidatori, tra cui i comuni di Cantello, Legnano, Melegnano, Ossona, Rozzano, San Giuliano Milanese, San Vittore Olona, Monza, Meda Mulazzano, Bagolino, Capriate, San Gervasio, Sesto.
Le parole di Fabio Bottero
«I numeri dimostrano che gli amministratori locali restano le prime figure verso cui si riversano pressioni criminali e sociali. La riduzione in termini numerici non deve farci pensare a condizioni migliori – spiega Fabio Bottero, sindaco di Trezzano sul Naviglio e coordinatore regionale di Avviso Pubblico –. Amministratori o dipendenti pubblici vittime di atti intimidatori o forme di aggressione rinunciano infatti a denunciare per mancanza di fiducia nel sistema di tutela legale e protezione, come purtroppo è emerso nelle ricerche passate e dai dibattiti attuali. È quindi sempre più importante che le istituzioni nazionali sostengono in modo concreto gli Enti locali, in questa casistica specifica così come sulle attività correnti, perché si avverte forte il rischio di un disimpegno dall'attività amministrativa. Il nostro Paese deve evitare con tutte le forze che ciò accada proprio in una fase storica in cui sono in corso grandi immissioni di risorse economiche già mira delle organizzazioni criminali».