Nutrire il pianeta in modo sicuro e sostenibile: la sfida della trasformazione degli alimenti
Un dibattito tra esperti organizzato dall'associazione non profit: come si concilia la ricerca dei consumatori di alimenti sani e genuini con le innovazioni tecnologiche che migliorano i prodotti e riducono gli sprechi?
Negli ultimi anni il mondo della nutrizione si è trovato a fronteggiare tendenze per certi versi contrapposte. Da un lato la ricerca da parte dei consumatori di alimenti naturali, stagionali, a km zero e dall’altro l’interesse per alimenti che rispondano a esigenze dietetiche specifiche: dai prodotti “senza” (senza glutine, senza lattosio), agli alimenti funzionali o arricchiti (in proteine, fibre, minerali, vitamine, ecc).
Nutrition Foundation of Italy dialoga con gli esperti
Le tecnologie applicate alla trasformazione degli alimenti hanno visto in tempi recenti un rapido sviluppo, spesso percepite come un ostacolo alla ricerca della naturalità, ma si rivelano ad un’analisi più attenta in grado, invece, di contribuire in modo importante all’ideazione e alla produzione di alimenti con caratteristiche ottimali o ottimizzate, rendendo fruibili alcuni alimenti a fasce sempre più ampie della popolazione.
Le tecniche di trasformazione alimentare possono inoltre contribuire a rispondere anche alla richiesta di una maggiore attenzione all’ambiente a tutti i livelli della filiera produttiva: per esempio ottimizzando la durata e l’uso dei prodotti alimentari, riducendo così gli sprechi.
Uno scenario complesso che è stato affrontato il 9 maggio in tutti i suoi aspetti durante l’evento “Nutrire il pianeta in modo sicuro e sostenibile: la sfida della trasformazione degli alimenti”, grazie da alcuni esperti del settore in grado di fornire, ciascuno dalla propria angolatura, gli elementi essenziali per valutare scientificamente il ruolo della trasformazione degli alimenti, sollecitati dalle domande di Andrea Poli, presidente Nutrition Foundation of Italy, che ha promosso l’iniziativa.
Dieta sana, lotta agli sprechi e sicurezza alimentare
Daniela Martini, professore associato di Scienze e Tecniche Dietetiche Applicate all’Università degli Studi di Milano, ha ricordato le raccomandazioni per una corretta alimentazione e come l’attuale stile di vita non faciliti la preparazione di piatti che possano soddisfare correttamente i nostri bisogni nutrizionali.
Proprio in questo contesto diventano essenziali le tecnologie che ci consentono di consumare prodotti buoni e nutrizionalmente adeguati, anche se considerati non completamente naturali, ha sottolineato Vincenzo Fogliano, tecnologo alimentare, presidente del gruppo Food Quality & Design dell'Università di Wageningen nei Paesi Bassi.
Sulla sicurezza alimentare si è soffermato Corrado Galli, tossicologo all’Università degli Studi di Milano e past president della Società Italiana di Tossicologia: i prodotti alimentari realizzati con certe tecnologie rendono gli alimenti più sicuri e durevoli, conservandoli in modo adeguato nel tempo - basti pensare al frigorifero o alle confezioni plastiche monouso - e che certe sostanze possono essere pericolose solo in determinate quantità elevate.
Ha allargato lo sguardo al mondo Alessandro Banterle, economista, professore ordinario di Economia Agro-alimentare presso l’Università degli Studi di Milano. Le tecnologie aumentano la vita dei prodotti, riducendo così lo spreco alimentare, che può essere considerato di due tipologie. Nei Paesi in via di sviluppo si parla di perdita, cioè di prodotti che non possono essere utilizzati perché non possono essere raccolti e conservati in modo adeguato. Mentre nei Paesi industrializzati si parla di vero spreco, un valore pari al 20% della produzione alimentare nell’Unione europea. Senza contare che per produrre gli alimenti vengono consumate anche risorse ambientali, energetiche ed idriche, quindi ridurre lo spreco di cibo significa anche preservare le risorse naturali.
Spesso le innovazioni portano con sé diffidenze e dubbi, e nel contesto alimentare - come possiamo vedere nel caso della cosiddetta carne sintetica - preoccupazioni da parte dei consumatori come dei produttori dell’agroalimentare. Ma per gli esperti ci vuole pragmatismo e una corretta informazione, considerando gli sviluppi della ricerca scientifica e i benefici per la popolazione e l’ambiente.