Superdì e Iperdì da domani chiudono
La notizia è arrivata nel tardo pomeriggio e ha colto di sorpresa i dipendenti.
Superdì e Iperdì da domani, giovedì 20 settembre, chiuderanno. La notizia è arrivata nel tardo pomeriggio e riguarda tutti i punti vendita tranne due o tre che resteranno aperti per smaltire la merce invenduta di tutti gli altri.
Superdì e Iperdì da domani chiudono
La notizia è arrivata nel tardo pomeriggio e ha scosso profondamente tutti i dipendenti dei punti vendita Superdì e Iperdì, che da domani resteranno a casa perchè i negozi chiuderanno. I punti vendita infatti avrebbero ricevuto nelle ultime ore una email da parte di G.C.A GeneralMarket srl dove la proprietà informa il personale della decisione, invitando i lavoratori a recarsi al lavoro, domani, solo per le ultime attività di riordino e pulizia del negozio. Una volta terminate saranno poi messi in ferie e/o permessi residui e successivamente in aspettativa retribuita. In Brianza, lo ricordiamo, i punti vendita interessati sono quelli di Desio, Cesano Maderno, Barlassina, Lentate (già chiuso) e Muggiò.
Tra i dipendenti c’è ovviamente grande confusione in queste ore. E preoccupazione per il futuro lavorativo. E’ da diverse settimane infatti che è in corso una trattativa per trovare una soluzione alla crisi del gruppo e il personale ha sperato fino alla fine di veder confermato il proprio posto in negozio.
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L’incontro in Federdistribuzione
Dal sindacati, che ieri hanno partecipato ad un incontro in Federdistribuzione a Milano proprio con i vertici aziendali, fanno sapere che la situazione è molto complicata. Il gruppo starebbe trattando con quattro aziende per l’acquisizione del 70/80% dei punti vendita. Ma ancora non c’è nulla di definitivo.
Oltretutto resterebbe il problema degli esuberi su cui al momento l’azienda non si è espressa. E degli stipendi su cui al momento l’azienda ha fatto sapere che entro settembre darà un nuovo acconto al personale.
A seguito della decisione arrivata in queste ore i sindacati si sono già mossi facendo richiesta al MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) di avviare al più presto un tavolo nazionale sulla questione.