«A parità di lavoro parità di salario: un principio che non vale per i lavoratori precari e somministrati in Magneti Marelli». La denuncia arriva da dieci ex lavoratori, in una lettera aperta inviata ai vertici dell’azienda e alle segreterie nazionali dei sindacati. «I sottoscritti hanno per diversi anni lavorato come “somministrati” nello stabilimento di Magneti Marelli a Corbetta. Come centinaia di altri lavoratori somministrati siamo stati utilizzati dall’azienda a seconda delle proprie esigenze lavorative in questi anni: se c’erano necessità produttive l’azienda richiedeva alle Agenzie per il lavoro personale, che veniva poi lasciato a casa nel momento in cui non serviva più – hanno scritto – Questa condizione di incertezza e di precarietà lavorativa non è di certo una condizione ottimale per giovani e meno giovani, che non hanno altre possibilità di entrare nel mercato del lavoro, ma così è la legge».
La vicenda
I dieci ex lavoratori ricordano però che le normative prevedono anche che i lavoratori del somministratore hanno diritto, a parità di mansioni svolte, a condizioni economiche non inferiori a quelle dei dipendenti di pari livello. Su questo aspetto si concentra la denuncia dei lavoratori: «Noi abbiamo lavorato nel 2024 da gennaio a novembre; quindi, abbiamo contribuito con il nostro lavoro al raggiungimento del premio di risultato del 2024. Avendo però deciso Marelli di comunicare alle Agenzie del Lavoro dalle quali dipendiamo l’interruzione della missione nello stabilimento di Corbetta, a noi non è stato corrisposto il premio di risultato in quanto l’accordo integrativo sottoscritto dalla direzione aziendale e tutte le Oo.Ss. prevede che il premio di risultato vada dato solo a chi è presente il 1 dicembre dell’anno relativo al premio».
La denuncia di discriminazioni
In sostanza «il combinato disposto di un accordo che vincola il pagamento del premio di produzione alla presenza in una determinata data, il 1 dicembre 2024, unito alla scelta di Magneti Marelli di interrompere le missioni il 30 novembre 2024 al personale somministrato ha procurato ai lavoratori che hanno “faticato” undici mesi per garantire all’azienda il raggiungimento del premio di risultato la perdita di oltre 1.200 euro – interviene Giorgio Ortolani della Nidil-Cgil Ticino Olona – Siamo di fronte alla negazione di un principio che dovrebbe uniformare qualsiasi contrattazione sindacale “a parità di lavoro, parità di guadagno” e che in modo subdolo bypassa tutte le norme che vietano la discriminazione nelle retribuzioni dei lavoratori».
La richiesta
I dieci ex lavoratori ritengono che «questo modo di agire sia profondamente ingiusto non solo nei nostri confronti, ma di tutti i somministrati e lavoratori a termine che hanno operato in Marelli o in aziende dove i premi di risultato non vengono erogati in base all’attività lavorativa svolta – scrivono nella missiva – Chiediamo, a chi ha firmato un accordo che in pratica consente a Magneti Marelli di utilizzare lavoratori precari senza garantire loro di ricevere una retribuzione proporzionale al lavoro svolto, di rivedere tale accordo. Se non per noi, che siamo stati espulsi a novembre 2024 e per coloro che hanno vissuto la nostra stessa ingiustizia negli anni precedenti, per i prossimi lavoratori precari che verranno assunti in Magneti Marelli», concludono.