Stato di agitazione permanente e sciopero e presidio il 9 settembre 2025 alla Lpe di Baranzate dopo l’annuncio della possibile chiusura del sito produttivo dove lavorano 140 persone.
Lpe di Baranzate: domani i lavoratori in presidio e sciopero
La Lpe di Baranzate che produce reattori epitassiali per carburo di silicio e silicio è un’azienda strategica.
Tanto strategica che quando, nel 2021, una società cinese tentò di acquisirla venne bloccata dall’allora Governo Draghi con lo strumento della “golden power”, ossia la normativa che si applica per proteggere l’interesse nazionale in settori come la difesa, le telecomunicazioni, l’energia, i trasporti.
Lpe venne successivamente acquisita dalla multinazionale olandese ASM, sulla base di un protocollo, dai contenuti riservati, siglato al Mise.
Asm, oltre al sito di Baranzate con i suoi 140 dipendenti (di cui la maggioranza ad altissima professionalità), ha uno stabilimento a Catania oltre che negli Sati Uniti, anche se il maggior cliente fino a poco tempo fa è stata la Cina.
Ma in un settore in rapidissima trasformazione come quello in cui opera l’azienda, gli investimenti in innovazione sono fondamentali, tanto quanto la congiuntura internazionale e Asm non ha investito affatto sullo stabilimento di Baranzate che, per restare competitivo, avrebbe bisogno di una “camera bianca”.
Aggiungiamo i dazi, la drastica diminuzione delle commesse dalla Cina e il futuro di azienda e lavoratori si fa incerto.
L’annuncio della riorganizzazione del sito
E’ di qualche giorno fa la comunicazione dell’impresa di voler procedere a una forte riorganizzazione del sito di Baranzate, riorganizzazione che potrebbe tradursi, inizialmente, in drastica riduzione del personale e successivamente nella messa in discussione dell’attività dell’intero sito.
Per scongiurare questo esito è stato dichiarato lo stato di agitazione permanente.
“Percorreremo tutte le strade, soprattutto quelle istituzionali – dichiara Marco Verga, della Fiom di Milano – per tentare di dare un futuro a LPE e ai suoi lavoratori e per non disperdere un patrimonio strategico per il nostro Paese”.