L'allarme di Api: "Oltre mille imprese manifatturiere hanno chiuso, necessario interrompere il cortocircuito"
Intervento a tutto campo da parte del presidente dell'associazione delle Piccole e medie industrie di Milano, Monza, Pavia, Lodi e Bergamo Alberto Fiammenghi
Intervento a tutto campo da parte del presidente dell'associazione delle Piccole e medie industrie di Milano, Monza, Pavia, Lodi e Bergamo Alberto Fiammenghi. "Nel 2025, riusciremo a interrompere il cortocircuito che grava sulle PMI?"
Il settore Pmi arriva da anni tormentati
Sono anni che le PMI viaggiano sulle montagne russe, tra permacrisi, situazione geopolitica, pandemia, crisi dell’automotive, recessione tedesca, transizioni industriali e gli evergreen italiani legati a cuneo fiscale, fiscalità e burocrazia.
Solo nell’ultimo anno, ha fatto notare Fiammenghi, "hanno chiuso, nelle province di Milano, Monza Brianza e Lodi circa 1.120 imprese manifatturiere. Non si arresta la deindustrializzazione del nostro Paese e, se ipotizziamo una media di 10 dipendenti, parliamo di oltre 11.000 persone costrette a cercare un nuovo lavoro"
Tutto questo avviene "silenziosamente perché fa notizia il grande numero e non si calcola l’impatto dei tanti piccoli numeri che creano una voragine nel nostro tessuto produttivo. Come imprenditori, sentiamo che si è rotto qualcosa, il patto di fiducia pubblico-privato su cui fare affidamento per lo sviluppo e il mantenimento del tessuto industriale. Una sorta di cortocircuito nel sistema".
La strategia di Api
Bisogna comprenderne la causa per porvi rimedio ed effettuare le necessarie sostituzioni o riparazioni. E quindi?
"In A.P.I. ci confrontiamo spesso su come reagire e costruire una strategia industriale condivisa che valorizzi le PMI. Lo chiediamo da anni. Finalmente, a febbraio 2025 verrà pubblicato il “Libro Bianco per una nuova strategia di politica industriale per l’Italia” a seguito della consultazione pubblica di questi mesi. Perché senza le PMI – che ricordo essere il 97% delle imprese manifatturiere attive – il Paese non si sostiene"
Gli altri temi rimasti in sospeso
Ma altri problemi rimangono irrisolti, come l’annoso tema della sicurezza sul lavoro e le tragedie di cui ancora troppo spesso leggiamo. Scegliere consulenti capaci, verificare lo stato della propria azienda, fare formazione, assumersi la propria responsabilità per avere un luogo di lavoro sano e sicuro è un dovere. Non si tratta di costi, ma di investimenti sulle persone, sulla continuità e sul valore aziendale. Inoltre, la complessità di trovare giovani da inserire in azienda. In Italia l’incremento dell’occupazione giovanile registra tassi superiori rispetto alla media europea, ma i Neet sono troppi, parliamo di quasi un milione e mezzo di persone tra i 15 e i 29 anni.
Il quadro di Abbiatense e sud ovest Milano
Mi direte, ma è tutto negativo? No. Le opportunità sono infinite, ma le imprenditrici e gli imprenditori fanno più story doing che story telling. Bisogna raccontarsi, condividere, partecipare. Se costruiamo insieme e investiamo sull’ecosistema – ognuno per la propria parte – il cortocircuito si interrompe.
"Lo dimostra il sentiment degli associati per il 2025 raccolto da A.P.I., che - nel territorio abbiatense e del sud ovest Milano - testimonia come, nonostante le paure e incertezze che coinvolgono tutti noi, il 38% è impegnato principalmente nella ricerca di giovani da inserire in azienda che possano supportarli nelle transizioni digitale e green, che le sfide ESG e dell’intelligenza artificiale richiedono, il 14% sta lavorando per aprire nuovi mercati, il 11% ha intenzione di innovare - attraverso Transizione 5.0, risorse proprie o i fondi del PNRR - il 9% ha aumentato le esportazioni. Il restante 28% è maggiormente impegnato in percorsi formativi, nella tenuta del proprio mercato e nel consolidare gli investimenti fatti negli anni precedenti".
Tra gli intervistati, l’86% si avvale di A.P.I nel perseguire questi obbiettivi. Un risultato lusinghiero, ma mai soddisfacente. Vogliamo che tutti gli associati possano servirsi delle competenze multidisciplinari e degli esperti messi a loro disposizione.
Il monito in vista del nuovo anno
"Da ultimo, in questo particolare momento dell’anno, rivolgo un pensiero ai giovani: lasciatevi coinvolgere nel settore manifatturiero, nell’Italia che produce, nel made in Italy; credete nel patto generazionale! Abbiamo bisogno di ragazzi e ragazze a cui insegnare il mestiere di imprenditore affinché possano declinarlo con le loro competenze e stili. Così da far nascere nuove imprese, nuovi manufatti, nuovi posti di lavoro e investire nel territorio e nella comunità di riferimento. Credere nelle PMI manifatturiere e di servizio alla produzione significa investire nella prosperità del Paese e di ciascuno di noi, ma è solo un’esortazione se non seguita dalle azioni".