Inveruno, il caso Carapelli diventa un braccio di ferro Italia-Spagna
Un centinaio di operai della Carapelli di Inveruno hanno sfilato nel pomeriggio di ieri contro il piano licenziamenti annunciato dalla multinazionale spagnola Deoleo, proprietaria dello stabilimento. Dei 136 lavoratori, ben 98 sarebbero stati dichiarati in esubero e solo la componente amministrativa sarebbe “risparmiata”. In strada anche le rappresentanze sindacali, con Fai Cisl Milano Metropolitana in prima linea: “Una decisione assunta in via unilaterale che non ci piace assolutamente – ha commentato Alessandro Marchesetti, segretario generale -. Purtroppo i problemi della Carapelli si trascinano da tempo ma non possono gli errori del management ricadere sulla forza lavoro. Questo è inaccettabile”.
Ma anche la politica si è mobilitata con una presa di posizione bipartisan: sempre nella giornata di venerdì 4 novembre il cinema teatro Brera ha ospitato un consiglio comunale straordinario alla presenza dell'assessore regionale all'Agricoltura Gianni Fava, con don Erminio Burbello, il sindaco Sara Bettinelli, tutta la Giunta e i consiglieri. Fava ha annunciato la convocazione di un tavolo di lavoro al Ministero dello Sviluppo economico per il 17 novembre, cui sono state invitate tutte le parti, compresa Deoleo. L'assessore auspica una “moral suasion” del governo nei confronti della Spagna perchè l'azienda faccia un passo indietro. E c'è anche una interrogazione presentata dai deputati Pd Matteo Mauri e Vinicio Peluffo. Il caso diventa dunque nazionale, ma l'assessore Fava resta cauto: “Non sono né ottimista né pessimista, si tratta come tutte le crisi aziendali di una situazione difficile”.