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Il PIL lombardo rallenta al +0,9% nel 2023 dal +3,2% del 2022

Spada: “Per non fermare l’economia stimolare gli investimenti in innovazione”

Il PIL lombardo rallenta al +0,9% nel 2023 dal +3,2% del 2022
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Nel 2023 la crescita del PIL Lombardo è attesa fermarsi al +0,9%, più del +0,7% previsto per l’Italia ma decisamente meno del +3,2% registrato nel 2022. Rispetto alle previsioni formulate a luglio scorso, le attese sono riviste al ribasso, si prevedeva allora una crescita del +1,3%, a fronte di un quadro globale in decelerazione. È questo ciò che emerge dal Booklet economia realizzato dal Centro Studi di Assolombarda e pubblicato su Genio&Impresa.

“I numeri indicano un rallentamento dell’economia italiana e dei nostri territori, all’interno di un contesto internazionale fragile e incerto. Influiscono svariati fattori: i conflitti in corso, la debolezza di alcune economie, la recessione tedesca, la volatilità dei prezzi, le difficoltà di accesso al credito" ha dichiarato Alessandro Spada, Presidente di Assolombarda

La crescita lenta del PIL Lombardo

L’analisi rileva inoltre che, scomponendo il dato 2023 per macro-comparti, in Lombardia è continuata l’espansione di servizi (+1,9%) e agricoltura (+1,0%), mentre si contraggono industria (-1,9%), in rallentamento già dalla primavera, e costruzioni (-0,7%). La crescita debole è prevista protrarsi nel 2024 con un PIL al +0,6% per l’economia lombarda e al +0,4% per quella italiana. Il presidente Spada però rassicura:

"Nonostante questo rallentamento, rimaniamo il grande Paese europeo la cui economia si è ripresa più vigorosamente dopo la pandemia. Oggi, anche se cresciamo dello 0,7% nel 2023, alla fine dell’anno saremo del +3% sopra i livelli pre-Covid. E, stando alle nostre ultime stime su base regionale, la Lombardia chiuderà il 2023 con uno scarto positivo rispetto a prima della pandemia addirittura del +3,7%. E, stando alle previsioni per il 2024, anche se in rallentamento, resteremo sempre tra i più performanti. Il lavoro delle nostre imprese, eccellenza internazionale, ha trainato e continua a trainare il Paese anche in uno scenario geopolitico così complicato".

Se si guarda agli altri Paesi europei, la Germania, quest’anno in recessione, arriva a +0,5% a fine 2023 rispetto al 2019; la Francia con l’1% di crescita previsto nell’anno in corso arriva al +1,6%; la Spagna al +2,3%; il Regno Unito al +0,1%.

"Ora è però fondamentale stimolare gli investimenti privati per non fermare l’economia: sosteniamo l’innovazione attraverso il rilancio di Industria 4.0 e dei suoi sviluppi. È una misura strategica per mantenere e incrementare la forza e la sicurezza delle imprese e, di conseguenza, del Paese nella sempre più difficile competizione internazionale che vede potenze come con Cina e Usa mettere in campo trilioni di dollari” ha concluso Spada.

I dati sull'occupazione

Per quanto riguarda l’occupazione, lo studio evidenzia che, nell’anno in corso, il numero di occupati regionali è atteso aumentare del +1,1%, quindi più del prodotto. A fine anno la Lombardia chiuderà così il divario con il pre-Covid e segnerà un +0,5% sui livelli 2019. Si stima che l’incremento dell’occupazione regionale proseguirà nel 2024 a tassi in linea con il PIL, quindi del +0,6%.

Il rallentamento in atto trova riscontro nelle indicazioni raccolte tramite la flash survey sul sentiment delle imprese di Assolombarda, condotta a inizio novembre e che ha coinvolto 304 aziende del manifatturiero e dei servizi. Sia per il trimestre corrente che per i primi mesi del 2024 prevalgono attese di stabilità o inasprimento del contesto economico rispetto al periodo precedente.

Nel complesso del prossimo anno, il 40% del campione si attende una situazione economica regionale in linea con il 2023, il 34% prevede un peggioramento e appena un quinto un miglioramento. Guardando al numero di dipendenti, il 45% delle imprese rispondenti ha aumentato il proprio personale nel 2023 e il 38% l’ha mantenuto invariato; con riferimento al 2024, la quota di imprese che prevede un’espansione scende al 33% e quella di chi prospetta stabilità sale al 53%.

La fiducia delle imprese accusa la crescita lenta

La dinamica di crescita lenta causa un ulteriore - leggero - calo del clima di fiducia del manifatturiero a ottobre sia in Italia che nel Nord-Ovest. Nel dettaglio di quest’ultimo, da un lato prosegue la brusca discesa degli ordini e dei livelli di produzione, entrambi sui minimi da novembre 2020, dall’altro si ridimensionano le scorte di prodotti finiti e salgono le aspettative di breve termine sia per gli ordini che per la produzione, sebbene le seconde rimangano su saldi negativi. Tra i benchmark europei, la fiducia del manifatturiero rimane ampiamente negativa in Germania, Francia e Spagna.

A ottobre il clima di fiducia nel Nord-Ovest diminuisce anche lato imprese dei servizi, ancora positivo ma sul livello più basso degli ultimi undici mesi. Si riporta una marcata flessione dell’andamento aziendale (prossimo allo zero) e una contrazione degli ordini, mentre le aspettative di domanda per i prossimi 3-4 mesi risultano più favorevoli. L’indice scende anche in Italia, mentre sale in Germania, Spagna e Francia (unica in zona negativa).

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