il commento del presidente

Confindustria Alto milanese, Carminati: "L'Europa si piega ai dazi"

"L’Europa non ha evidentemente la forza economica per reggere uno scontro frontale, anche perché ha fatto e sta facendo di tutto per deindustrializzare quel poco di buono che resta"

Confindustria Alto milanese, Carminati: "L'Europa si piega ai dazi"
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Maurizio Carminati, Presidente Confindustria Alto Milanese, ha voluto commentare l'introduzione dal primo agosto dei dazi al 15% per le esportazioni verso gli Stati Uniti.

Confindustria Alto milanese, Carminati: "L'Europa si piega ai dazi"

"Negli ultimi giorni la domanda degli imprenditori che ricorre è "come possiamo restare competitivi negli Stati Uniti se i nostri prodotti costano il 30% in più, 15% di dazi e 15% di svalutazione del dollaro? "
Oltre i numeri, ci sono poi le relazioni, il lavoro di anni, la qualità che ci distingue, tutto messo a rischio da una trattativa che sembra essere incomprensibile. L’Europa non ha evidentemente la forza economica per reggere uno scontro frontale, anche perché ha fatto e sta facendo di tutto per deindustrializzare quel poco di buono che resta. Le stime per l’Italia parlano di 22 miliardi di export persi e oltre 100.000 posti di lavoro a rischio. Quando si combatte contro chi è decisamente più forte, bisognerebbe mirare a colpire i punti più dolorosi e nevralgici dell’avversario".

Le decisioni sbagliate dell'Europa

"Ci sono ad esempio ben due talloni d’Achille che l’Europa non ha sfruttato come leva strategica. In primis, il rame come vulnerabilità industriale, perché è alla base dell’elettrificazione e della AI: gli Stati Uniti importano metà del loro fabbisogno e hanno solo due fonderie attive. Poi c’è il debito pubblico americano, di cui l’Europa è ancora uno dei principali detentori, e che Trump ha un bisogno disperato di rifinanziare. L’Europa ha rinunciato a giocare le proprie carte. Si è anche impegnata ad acquistare, oltre ai dazi, energia dagli USA per 250 miliardi all’anno. Sarà il mercato a deciderne il prezzo, ma quel che è certo è che, a oggi, il prezzo del gas liquefatto, comprensivo di trasformazioni e trasporto, è il doppio rispetto a quello russo di prima del conflitto con l'Ucraina. Il che non lascia presagire nulla di buono. E l’energia è alla base della competitività!"

Ma allora noi imprenditori cosa possiamo fare?

"Dobbiamo Innanzitutto ricordarci che il nostro DNA è pragmatico, che il nostro territorio ha sempre avuto grinta, visione e voglia di fare. Dobbiamo quindi iniziare a guardare altrove. Ci sono mercati che aspettano il nostro saper fare a braccia aperte, anche perché le popolazioni che oggi sono più affamate saranno i nostri veri clienti del futuro. Dobbiamo convergere tutte le nostre forze lì, adeguando il nostro business alle loro esigenze. Se il mercato cambia, siamo costretti ad adattarci al nuovo contesto: è la legge della sopravvivenza. La nuova situazione geopolitica, che ha accelerato il passaggio da un mondo economicamente collaborativo a uno totalmente antagonista, ci obbliga a non essere attendisti.
Le imprese devono scegliere liberamente le loro strategie, che sia un’alleanza con gli Stati Uniti o con la Cina o con tutte e due contemporaneamente, purché investano in innovazione, competenze e branding, per rendere i prodotti italiani sempre più desiderabili e meno vulnerabili alle nuove barriere.
Con questo spirito Confindustria Alto Milanese sta avviando una serie di progetti per rafforzare la collaborazione con la Turchia, ponte naturale tra Europa, Asia e Medio Oriente, che offre un accesso facilitato a mercati emergenti. Il 30 settembre si svolgerà un workshop con la presenza dell’Ambasciatore Marrapodi per far conoscere alle nostre imprese il contesto economico e industriale, i vantaggi competitivi, le criticità e le potenzialità di crescita per il business".