CANEGRATE

Ansor, scoppia la protesta dopo i quattro licenziamenti

Presidio fuori dall'azienda di via Adige dopo i provvedimenti; presente anche il sindacato, il vicesindaco Mattia Modica e l'assessore Edoardo Zambon

Ansor, scoppia la protesta dopo i quattro licenziamenti
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Ansor, presidio di protesta all'esterno dell'azienda di Canegrate dopo i licenziamenti.

Ansor, lavoratori licenziati e sindacato in presidio

Si sono presentati all'esterno della ditta Ansor di vi Adige, a Canegrate (che a gennaio era rimasta vittima di un imponente incendio), quella in cui hanno lavorato fino al 30 giugno. Perchè il giorno dopo sono stati licenziati. E' così che nel pomeriggio di oggi, venerdì 2 luglio 2021, i quattro lavoratori rimasti senza un posto di lavoro hanno dato vita a un presidio: al loro fianco anche la Fiom oltre che il vicesindaco Matteo Modica insieme all'assessore all'Istruzione Edoardo Zambon. Alcuni dei lavoratori erano in cassa integrazione Covid, ora la doccia fredda.

Le parole del sindacato

"Siamo di fronte a un'azienda che ha attraversato diverse traversie, compreso un fallimento e non ultimo l'incendio (nota: dopo l'incendio alcuni lavoratori sono stati spostati da un terzista) - ha spiegato Tommaso Picetti della Fiom - Il fatto è che c'era la possibilità di ricorrere ad ammortizzatori sociali che avrebbero permesso ai dipendenti di rimanere al lavoro, un modo per prepararsi a ripartire tenendo tutti i lavoratori collegati alla produzione ma qui si è scelto invece il licenziamento. Quattro le persone lasciate a casa: il 30 giugno 2021 è scaduto il blocco dei licenziamenti ed è arrivata loro la lettera di convocazione per il giorno dopo, giorno in cui hanno ricevuto la lettera di licenziamento. Puntiamo il dito contro la scelta fatta, il significato della stessa nell'ottica della prospettiva per tutti gli altri".
E il sindacalista annuncia i passi successivi: "Impugneremo i licenziamenti, con la richiesta dei reintegro dei lavoratori".

Parlano i lavoratori

Forte amarezza sui volti dei licenziati Alessandro Pollaccia, 51 anni, Marco Chiari di 60, Norma Sormani di 56 e di Ali di 27 anni. "Il lavoro c'era eccome, non eravamo ai livelli degli scorsi anni ma non ci si poteva lamentare - ha spiegato Pollaccia - Siamo cresciuti in questa azienda, lavoro qui dal 1995, abbiamo fatto tantissimi sacrifici per farla andare bene. E andava bene. Le motivazioni dei licenziamenti? Nel mio caso mi è stato detto che non c'era più il mio reparto e non potevo essere ricollocato. Spiace, non ci siamo mai risparmiati nel far crescere l'azienda e ora veniamo lasciati a casa subito dopo la scadenza del blocco dei licenziamenti. C'era e c'è l'opportunità di ricorrere agli ammortizzatori sociali, come una cassa integrazione, senza costi per l'azienda: ma non l'hanno fatto".

La posizione del Comune

Pieno sostegno ai lavoratori è stato espresso da Modica: "La vicenda e il sostegno ai dipendenti non è mai mancato da parte del nostro sindaco Roberto Colombo in tutti questi anni - ha affermato il vicesindaco - Non posso dire che non temevamo questa situazione essendo una situazione nota e attenzionata. Occorre ora vederci chiaro, su quanto accaduto in questi giorni ma anche prima. Come Comune è ovvio che siamo dalla parte dei lavoratori e stiamo valutando cosa poter fare in concreto. Sicuramente nell'immediato verranno impugnati i licenziamenti e convocheremo l'azienda per un incontro per cercare di capire che idee abbiano. Come Giunta comunale siamo tutti dalla stessa parte, ho informato anche il capogruppo di opposizione Diego Conti perchè credo che su questioni di questo tipo siamo tutti d'accordo e ognuno farà la sua parte, stando al fianco dei dipendenti".

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