Una mostra fotografica sui disturbi ossessivi compulsivi
"Il progetto “In-Visibile” ha l’obiettivo di rendere tangibili gli spessi “malesseri” della mente. Disturbi e sensazioni che invadono gli abissi della personalità e della coscienza, storpiando senza tregua il vivere comune"
La mostra dedicata ai disturbi ossessivo compulsivi verrà inaugurata venerdì 31 maggio, alle 21, nel salone don Besana della sede della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, in via Manzoni 50, a Busto Garolfo.
Una mostra fotografica sui disturbi ossessivi compulsivi
"I disturbi della psiche mostrati, anzi celati, in una magistrale serie di 11 scatti fotografici che danno corpo alla mostra “In-visibile”, di Hermes Mereghetti, raccolta anche in un libro con la prefazione del noto giornalista, scrittore e conduttore televisivo Toni Capuozzo, che confessa come le fotografie di Hermes Mereghetti lo abbiano precipitato «nel mondo sconosciuto dei DOC, i Disturbi Ossessivi Compulsivi. Chi ne soffre sente come una mancanza, un’amputazione di sé, del proprio dover essere, nel non rispondere alla proprie ossessioni, non obbedire alla proprie compulsioni».
E sono proprio la mancanza, l’assenza e il celato a dare forza alle opere di Mereghetti, che svelano agli occhi dell’osservatore «un dolore profondo e nascosto perché -scrive ancora Capuozzo- non sono un tentativo artistico di raccontare quel che altrimenti non sarebbe visibile, ma l’unico modo, crudo e poco indulgente all’estetica, di raccontare un mondo che è sotto i nostri occhi e ci sfugge».
«Il progetto “In-Visibile” ha l’obiettivo di rendere tangibili gli spessi “malesseri” della mente. Disturbi e sensazioni che invadono gli abissi della personalità e della coscienza, storpiando senza tregua il vivere comune. La finzione è un volto che non esiste, la perfezione calzante sulle curve di un’anima che sfugge di mano -dice l’autore, Hermes Mereghetti-. Undici immagini per rappresentare la “nebbia” che offusca e permea l’Io, rendendolo evanescente. Ma anche solo e impotente. Non esiste una voce amica annunciante speranza, a queste latitudini. Si odono solo urla acute, seppur lontane. La fotografia, ma soprattutto l’estetica ricercata oltre la soglia visiva, diventano mezzo di rappresentazione onirica sul quale fermarsi a riflettere. L’essere umano resta accovacciato in una densa ombra di fine giornata, per nascondere il “qualcosa” e non lasciar trasparire il “nulla”. Per paura: eremo o scoglio che trascina negli abissi e incaglia i desideri di difesa. Un aiuto in grado di restituire un volto, rendendo visibile e trattabile una facciata apparentemente inesistente».
L'inaugurazione della mostra
La mostra verrà inaugurata venerdì 31 maggio, alle 21, nel salone don Besana della sede della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, in via Manzoni 50, a Busto Garolfo, nel corso di una serata a cui saranno presenti Toni Capuozzo, Claudio Argentiero dell’Archivio Fotografico Italiano e l’autore Hermes Mereghetti, che nella sua carriera di fotogiornalista ha sviluppato progetti all’interno delle carceri milanesi, sul mondo dell’handicap e dell’immigrazione, concentrandosi prevalentemente sulla psicologia dell’individuo, autore di libri e svariate mostre e che attualmente organizza workshop e seminari sulla psicologia del ritratto in tutta Italia.
Edito da Bertelli Editori, il progetto ha il supporto della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate.
«Le fotografie di Mereghetti mi hanno fatto riflettere su come ragiona la nostra mente che fatica a rilevare un’assenza, colmando la lacuna con l’abitudine - scrive il presidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, Roberto Scazzosi, nella presentazione al libro -. Quante cose diamo per scontate o tendiamo a non vedere? Quando guardiamo un albero cosa non vediamo? Semplice: le radici. Eppure sappiamo che ci sono e quanto sono importanti. Focalizzandoci solamente sul presente, il rischio è quello di non vedere, non percepire la storia di ciò e soprattutto di chi abbiamo davanti, dandola per scontata. Ed è proprio la nostra storia che ci ha portato a questo progetto: una storia avviata ben 126 anni fa nell’Altomilanese e nel Varesotto, lo stesso territorio che ha visto i natali e la crescita umana e professionale di Hermes Mereghetti».