Cultura

Scoperto l'autore delle opere del presbiterio della chiesa di san Bartolomeo: è un artista ossonese del 1600

Lo studio di Francesco Frangi, professore ordinario di Storia dell’arte moderna all’Università degli Studi di Pavia, sarà presentato giovedì alle 18 a Ossona

Scoperto l'autore delle opere del presbiterio della chiesa di san Bartolomeo: è un artista ossonese del 1600
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Scoperto l’autore delle opere del presbiterio della chiesa di san Bartolomeo a Ossona: si tratta di Giovanni Battista Ferrario, importante artista lombardo del 1600 e, particolare non secondario, ossonese.

Autoritratto di Giovan Battista Ferrario (Parigi, Christie’s)

La scoperta

Ha così finalmente un nome l’autore delle opere presenti nella piccola chiesa adiacente a Villa Litta Modignani, fatta edificare dall’arcivescovo Ariberto nell’undicesimo secolo e nei secoli successivi oggetto delle attenzioni di personaggi illustri. Lo ha scoperto Francesco Frangi, professore ordinario di Storia dell’arte moderna all’Università degli Studi di Pavia (sede di Cremona), uno dei maggiori esperti del Cinquecento e del Seicento lombardo.

L’annuncio della rilevante scoperta sarà dato dal docente Frangi stesso giovedì 29 maggio alle 18 nella chiesa di San Bartolomeo in un incontro intitolato «Alla scoperta di Ossona tra arte e storia – Giovan Battista Ferrario: un nome nuovo per il primo Seicento lombardo». I sopralluoghi e lo studio degli affreschi alle pareti del presbiterio e della pala sopra l’altare sono stati condotti nel marzo dell’anno scorso dal professor Frangi con i suoi collaboratori. Nel dicembre 2024 è stato pubblicato l’esito dello studio in un dettagliato articolo sul numero 28 della rivista accademica «Nuovi Studi, Rivista di arte antica e moderna».

Le opere

La pala dell’altare raffigura il martirio di San Bartolomeo, gli affreschi del presbiterio rappresentano episodi della vita del santo. Nel suo articolo Frangi dimostra che l’autore delle opere risulta essere un pittore del 1600, Giovanni Battista Ferrario, noto come Gio. Battista Ossona (a quei tempi usavano chiamare gli artisti con il nome del paese di provenienza, come accadde a Michelangelo Merisi, detto Caravaggio), quindi, un ossonese, che ha lavorato per diverse chiese di Milano (in Sant’Alessandro c’è una sua importante tela dedicata a San Pancrazio) e della Lombardia (sua la tela di San Giacomo nell’abbazia di Pontida).

Giovan Battista Ferrario nei primi anni del 1600 ha studiato all’Accademia Ambrosiana di Milano, è stato allievo di Giulio Cesare Procaccini e di Giovan Battista Crespi, detto Cerano, coevo di Daniele Crespi. Di Ferrario esiste oggi un autoritratto (Parigi, Christie’s). «La pala dell’altare e gli affreschi del presbiterio non erano mai stati oggetto di studi accademici; furono restaurati nel 1978-79 dallo studio Rossi di Milano a spese della parrocchia di Ossona – spiega Giovanni Oldani, ex vice sindaco e assessore alla Cultura nella precedente Amministrazione - Fino a oggi la tela era stata attribuita a Simone Peterzano o Daniele Crespi e gli affreschi alla cerchia dei Della Rovere, i Fiammenghini».

Il lavoro del professor Frangi ha visto la collaborazione di alcuni ossonesi che hanno facilitato la ricerca: don Andrea Cartabia, parroco di Ossona, Andrea Colombo, Giovanni Oldani ed Elena Malabarba. Ossona scopre così una nuova personalità nella sua storia: un artista apprezzato, allievo dei più importanti artisti lombardi del 1600. L’iniziativa, alla quale tutti i cittadini sono invitati a partecipare, è organizzata dalla parrocchia San Cristoforo e dalla Pro Loco «Morus Nigra» Aps con il patrocinio del Comune.

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