La targa in memoria delle vittime della peste
Un'iniziativa che ha risvegliato l’interesse di cittadini e storici locali
Sapevate che c'è un monumento con annessa targa che ricorda le vittime della pestilenza di Cesate?
Un cippo in ricordo delle vittime
Non più una pietra abbandonata in terra senza dignità. Tra gli elementi ristrutturati dal Comune c’è il ceppo che rammenta la pestilenza del 1700 abbattutasi su Cesate. Si trova in via Roma all’angolo con via Aldo Moro.
"Per anni è stato trascurato come un sasso inutile su un marciapiedino che intralciava pure il camminamento, noi lo abbiamo valorizzato – spiega il vicesindaco Marco Galli – Del resto siamo intervenuti in diverse operazioni di decoro urbano per dare una veste rinnovata a vari luoghi del nostro territorio e per ridare dignità (è il caso di dirlo riguardo al cippo) a elementi che ricoprono un interesse storico per il nostro Comune. Il cippo spostato sul marciapiede di fronte al luogo originario che ricorda la sepoltura dei morti di peste è stato completamente restaurato e lucidato. La croce fissata sopra è una copia realizzata da due fratelli cesatesi che si sono offerti di ricopiare la croce autentica che fu rubata nel 1987. È stata forgiata integralmente uguale secondo le fotografie che sono negli archivi – Galli aggiunge – Pochi mesi fa è stata collocata nel giardino posteriore della biblioteca la “banchetta”, un masso in pietra che ricorda il passaggio a Cesate del Barbarossa. Per entrambi i monumenti è stata realizzata una targa commemorativa. Sempre in biblioteca è stata posizionata una nuova targa a ricordo della dedicazione del cortile antistante al Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa".
Pareri controversi sulla peste del 1700
Il cippo appena restaurato ha risvegliato l’interesse di cittadini e storici locali, Quale sepoltura richiama il cippo di via Roma? Sulla peste del 1701 ci sono tra gli esperti pareri controversi. Il più accreditato è quello del professor Salvatore Capodici (che ha scritto un centinaio di testi storici sulle Groane) che ricorda la pesante epidemia del 1623 che partita da Milano aveva toccato Garbagnate con la riduzione di un terzo della popolazione ed era arrivata a Cesate. Un’altra epidemia scoppiò nel 1697.
"Quest’ultima epidemia – ricostruisce Capodoci – era dovuta, come la storia insegna, al passaggio di soldati nei territori".
Le truppe provenivano dal nord per dirigersi verso Milano. Nel 1696, quando il duca di Savoia Vittorio Amedeo II si alleò con Luigi XIV, la guerra si estese alla Lombardia e gli eserciti sabaudo-francesi si limitarono a compiere rapide scorrerie poiché le principali attività belliche si svilupparono su altri fronti. Nel 1697 venne stipulata la pace di Ryswick e lo stato di Milano poté godere di altri anni di pace. I combattenti di passaggio si riposarono nelle corti cesatesi ricevuti dagli abitanti. Talvolta cedevano denaro per avere in cambio un cavallo più sano e scattante. Antica documentazione attribuisce a questi contatti tra militari e popolazione il diffondersi della peste.
In via Roma
I corpi dei cesatesi deceduti sembra siano stati sepolti nel 1700 proprio nei campi prospicienti via Roma dove oggi ci sono varie villette e un distributore di carburante.