A Legnano il fumetto su Sergio Ramelli, scoppia la polemica.

Un fumetto che racconta la storia di un militante fascista ucciso, appena maggiorenne, a metà degli anni '70.

A Legnano il fumetto su Sergio Ramelli, scoppia la polemica.
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Tuona la polemica di Bussolati riguardante il fumetto "Sergio Ramelli - Quando uccidere un fascista non era reato".

Il fumetto su Sergio Ramelli

Un fumetto che racconta la storia di un militante fascista ucciso, appena maggiorenne, a metà degli anni '70. Questo è il contenuto del libro con vignette su Sergio Ramelli. E' una presentazione che a Legnano fa scoppiare la polemica politica. L'evento è previsto per mercoledì 17 gennaio a Palazzo Leone da Perego.
Il fumetto che sarà presentato è "Sergio Ramelli - Quando uccidere un fascista non era reato", scritto da Paola Ramella, sceneggiata da Marco Carucci ed edita da Ferrogallico.
La serata, introdotta da Lorenzo De Piccoli, di Lealtà Azione, e che vedrà l'intervento di Marco Carucci, coautore del fumetto e di Andrea Arbizzoni, coautore di un libro su Ramelli. E' organizzata da Fratelli d'Italia e Lealtà e azione.
Una collaborazione che fa discutere.

Bussolati: "Una scelta gravissima e intollerabile"

A tuonare contro "una scelta che oltraggia i valori costituzionali" è Pietro Bussolati, segretario metropolitano del Partito democratico.

 "A Legnano Fratelli d’Italia organizza la presentazione di un graphic novel su Sergio Ramelli, il diciottenne assassinato a Milano negli anni settanta; alla commemorazione istituzionale partecipo ogni anno col Sindaco e i rappresentanti delle istituzioni.  Fratelli d'Italia, partito della coalizione del centrodestra che si candida a guidare il Paese e la Lombardia, invece, organizza un evento con Lealtà e Azione. Quelli che il 25 aprile omaggiano col braccio teso i repubblichini, le SS, i gerarchi e i torturatori sepolti al Campo X del Cimitero Maggiore. Dar loro agibilità, legittimarli, è un atto gravissimo e intollerabile.
Resta legittimo il ricordo di Ramelli, ma chi sta con Lealtà e Azione fa una scelta chiara e netta, che non può essere accettata né condivisa da chi crede nella democrazia. Perché questa è una scelta che oltraggia i valori costituzionali".

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