Vanzago dice addio a Claudio Donghi
Nato nel 1948 a Mantegazza nella corte del Crocefisso aveva iniziato a lavorare a Rogorotto nella fabbrica della Bcc.
Si sono svolti oggi, 22 novembre, ad Arluno, i funerali di Claudio Donghi originario di Mantegazza di Vanzago, scomparso all'età di 74 anni.
I funerali di Claudio Donghi
«Sono venuto qui ad Arluno a celebrare il rito funebre dell’amico Claudio. Una persona che tanto ha dato agli altri. La sua accoglienza è stata sempre generosa. Io ne sono testimone. Ricevuta giornalmente a un tavolo nella trattoria gestita a Mantegazza con la moglie Pinuccia e la figlia Sabrina. L’amico sarà tra le braccia del Cristo Risorto».
Queste le parole pronunciate dal celebrante nella mattinata di martedì 22 novembre nella chiesa parrocchiale santi Pietro e Paolo di Arluno. Davanti il feretro di Claudio Donghi, scomparso la scorsa settimana nell’Ospedale di Abbiategrasso a causa di un virus. Parole di don Luigi Re Cecconi, ultimo parroco di Mantegazza e Rogorotto, dal 2016 vicario parrocchiale a Cornaredo. Il sacerdote conosceva bene Claudio Donghi, visto che con la moglie ha gestito il bar e la trattoria in locali del Centro Parrocchiale a Mantegazza sul lato destro della via Roma, dove si era spostato nel 2016, abbandonando i locali siti sul lato sinistro della via Roma del Circolo della Cooperativa Agricola di Mantegazza, fondata nel 1946.
Dal 1986 ha servito da dietro al bancone del bar e alla sera, a volte, capitava di portare piatti tipici, con l’aiuto della moglie, a gruppi di amici seduti ai tavoli. Tante persone, amici e conoscenti di Mantegazza e Rogorotto hanno partecipato al rito funebre ad Arluno dove Claudio Donghi era venuto ad abitare dopo il matrimonio e dove aveva anche gestito un negozio di vendita di articoli sportivi.
La vita di Donghi
Nato nel 1948 a Mantegazza nella corte del Crocefisso aveva iniziato a lavorare a Rogorotto nella fabbrica della Bcc. Poi si era messo nel commercio di articoli sportivi. E’ stata la moglie a portarlo a fare il barista e gestire insieme la trattoria con piatti tipici lombardi. Aveva la passione della lavorazione del legno con un laboratorio a Valdarenne. Tifava per gli indiani d’America. In gioventù, nell’Oratorio a Mantegazza, aveva giocato al pallone con guanti e ginocchiere nel ruolo di portiere. Claudio Donghi è stato cremato. La moglie Pinuccia e la figlia Sabrina continueranno a gestire la trattoria a Mantegazza.