Traffico di oppiodi ottenuti attraverso ricette false: otto arresti
Complice un medico di base con studio nel Milanese che avrebbe compilato oltre 750 ricette, per un totale di 1.300 confezioni, contribuendo a un giro d'affari illecito di oltre un milione di euro a danno del Sistema sanitario nazionale.
Otto persone in manette per traffico di farmaci oppioidi ottenuti attraverso ricette mediche false.
Traffico di farmaci oppiodi ottenuti con ricette mediche false: otto persone in manette
Nella giornata di oggi, lunedì 28 ottobre, i Carabinieri del Comando provinciale di Monza Brianza e degli altri Comandi dell'Arma competenti per territorio hanno arrestato otto persone, tre delle quali italiane e cinque egiziane, gravemente indiziate a vario titolo dei reati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione di persona incaricata di un servizio pubblico, truffa ai danni del Servizio sanitario nazionale e falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità. L'operazione è stata messa a segno nell'ambito di un’indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Monza e svolta dalla Compagnia Carabinieri di Seregno. Nel medesimo contesto, su delega della Procura sono state eseguite perquisizioni personali e locali a carico degli stessi indagati colpiti dalla misura e di altri quattro soggetti in stato di libertà.
L'indagine è partita nell'ottobre 2023 grazie alla segnalazione di un farmacista di Seveso
L'indagine, avviata nell'ottobre 2023, ha portato alla luce, secondo l’impianto accusatorio ritenuto valido dal gip, un vasto traffico di medicinali oppioidi, acquisiti mediante prescrizioni false rilasciate dietro compenso da un medico compiacente e infine immessi nel mercato illecito delle sostanze stupefacenti.
L'attività investigativa ha preso spunto da una segnalazione effettuata a un militare della Stazione Carabinieri di Seveso da parte di un farmacista del luogo, insospettito da una cliente (raggiunta dall’odierna misura cautelare) che si è presentata al bancone per ritirare i medicinali esibendo due prescrizioni rilasciate a nome di altrettanti uomini, che la donna ha indicato rispettivamente l’uno come proprio compagno, l’altro come amico del medesimo. Subito sono scattate le verifiche, che hanno permesso di accertare, grazie alla collaborazione degli uffici competenti della Regione Lombardia, che effettivamente i due pazienti non risultavano assistiti dal medico di base in questione e che, solo dall’inizio dell’anno, il professionista aveva compilato oltre 750 ricette per oltre 1.300 confezioni, considerate solo quelle ritirate nel territorio regionale.
I due gruppi criminali e il ruolo di un medico di base con ambulatorio nel Milanese
Il pubblico ministero ha quindi disposto ulteriori accertamenti, svolti dalla Sezione operativa della Compagnia di Seregno con la collaborazione della Stazione di Seveso, che hanno confermato la probabile sussistenza di un traffico illecito e hanno permesso di individuare, grazie all’analisi dei dati del traffico telefonico, all’acquisizione di filmati di videosorveglianza sulle farmacie visitate e all’accertamento dei dati di fatto correlati, i primi indizi sull’identità di alcuni presunti complici. Sono seguite complesse indagini comprendenti intercettazioni telefoniche e ambientali, l’acquisizione e l’analisi di tabulati di traffico, registrazioni video e documentazione sanitaria, prolungati servizi di osservazione e pedinamento e geolocalizzazione dei veicoli in uso agli indagati. Due i gruppi criminali che, in reciproca concorrenza tra loro, avrebbero usufruito della disponibilità dello stesso medico di base, con ambulatorio in un comune dell'hinterland milanese, a garantire stabilmente la fornitura di centinaia di ricette dematerializzate recanti la prescrizione di farmaci contenenti ossicodone e tramadolo (normalmente utilizzati nell’ambito delle terapie del dolore), intestandole a terzi pazienti risultati ignari e quindi estranei a ogni responsabilità. Tali farmaci, derivati dell’oppio e inclusi nella tabella I delle sostanze stupefacenti, venivano ritirati da alcuni degli arrestati in numerose farmacie del Nord Italia, variate costantemente proprio al fine di non suscitare sospetti nel personale, e individuate nel corso delle indagini tra le province di Monza e della Brianza, Milano, Pavia, Varese, Como, Novara, Bologna, Firenze, Parma, Modena, Vicenza e Bergamo.
Un mercato illecito milionario, con un grave danno per il Sistema sanitario nazionale
L’impianto indiziario è suffragato dalle risultanze di numerosi servizi di osservazione e pedinamento, in alcuni dei casi culminati in mirati interventi di riscontro probatorio che hanno consentito il sequestro di farmaci e ricette, oltre che l’arresto di due persone e la contestuale denuncia di altrettante. I prodotti medicinali venivano ritirati (proprio grazie all’espressa indicazione terapeutica certificata dal medico) dagli indagati senza sostenere alcuna spesa, in quanto interamente a carico del Servizio sanitario nazionale. Gli episodi oggetto di indagine hanno contemplato il ritiro di oltre 70mila pastiglie, vendute al dettaglio tra i 20 e i 30 euro ciascuna ovvero in confezioni a un costo di oltre 70 euro, per un giro d’affari stimato in oltre un milione di euro e con un danno complessivo, per il Sistema sanitario nazionale, ammontante - nei soli casi emersi - a 120mila euro. Per ciascuna ricetta, il medico avrebbe ottenuto un compenso di svariate decine di euro per ciascuna ricetta, stimato in misura variabile in ragione dell’entità di ogni singola commessa.
Traffico di oppiodi ottenuti attraverso ricette false: otto arresti
Traffico di oppiodi ottenuti attraverso ricette false: otto arresti
Traffico di oppiodi ottenuti attraverso ricette false: otto arresti