le indagini della polizia

Studentessa violentata: ai domiciliari il figlio del calciatore Cristiano Lucarelli

La giovane americana era stata portata con la forza in un appartamento in centro Milano e violentata

Studentessa violentata: ai domiciliari il figlio del calciatore Cristiano Lucarelli
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Due ragazzi di 22 e 23 anni si trovano agli arresti domiciliari perché accusati di avere violentato una studentessa americana a Milano nel marzo 2022: il 23enne è Mattia Lucarelli, figlio dell'ex calciatore di serie A del Livorno, Cristiano.

Studentessa violentata, fermati due ventenni

La Polizia di Stato, coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano, ha eseguito l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, su richiesta dei pubblici ministeri del V Dipartimento, nei confronti di due cittadini italiani di 22 e 23 anni gravemente indiziati, in concorso con altri tre coetanei, della violenza sessuale di gruppo commessa lo scorso marzo 2022 ai danni di una studentessa americana.

Dopo la discoteca è stata portata in un appartamento

Secondo quanto ricostruito dalla Procura della Repubblica di Milano che ha diretto gli agenti della 4^ Sezione specializzata della Squadra Mobile, la giovane americana, al termine di una serata trascorsa in discoteca con delle amiche, aveva accettato un passaggio in auto da cinque giovani che, invece di riaccompagnarla a casa, l’hanno condotta in un appartamento nella loro disponibilità. In quell’abitazione in centro città, la ragazza era stata costretta dal gruppo a subire atti sessuali commessi, in particolare, dai due italiani destinatari dell’odierno provvedimento di custodia cautelare eseguito con la collaborazione della Squadra Mobile della Questura di Livorno. Uno dei due arrestati è Mattia Lucarelli, calciatore del Livorno in Serie D e figlio dell'ex calciatore di serie A, Cristiano.

La denuncia degli aggressori

Dopo qualche giorno dagli abusi subiti, la giovane era riuscita a contattare la Polizia di Stato e a denunciare i suoi aggressori, venendo poi sentita dai pubblici ministeri della Procura della Repubblica di Milano. L’attività di indagine svolta dai poliziotti della Squadra Mobile milanese ha consentito di risalire all’identità dei cinque giovani, riuscendo ad attribuire a ciascuno di loro la condotta commessa ai danni della vittima, sia mediante l’escussione di alcuni testimoni che attraverso l’analisi di quanto estrapolato dai telefoni cellulari della vittima e dei presunti autori.

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