Sgominata una banda dedita al traffico internazionale di cocaina
Sequestrati 24 chili di cocaina.
Le indagini del Commissariato di Gallarate, partite nel mese di febbraio dello scorso anno e coordinate dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio, hanno portato alla sbarra 8 cittadini albanesi e consentito il sequestro di 24 chilogrammi di cocaina.
Sgominata una banda dedita al traffico internazionale di cocaina
L’operazione di polizia giudiziaria è stata denominata “Yellow Bins”, in quanto la cocaina veniva celata e custodita principalmente negli appositi cassonetti dedicati alla raccolta degli abiti usati, generalmente di colore giallo e collocati in varie zone della città.
Le menti dell’organizzazione, che si pensa sia in azione illecitamente da almeno 6 anni, sono stati identificati in M.A. di 55 anni, pregiudicato per reati di droga e dipendente della cooperativa sociale (risultata estranea alla vicenda) che gestisce tra l’altro la raccolta degli abiti usati e G.B., di 34 anni, pregiudicato per droga e già sottoposto alla misura alternativa dell’affidamento in prova ai servizi sociali. Entrambi, risiedono stabilmente in Gallarate ed hanno moglie e due figli ciascuno.
A collaborare stabilmente con loro, nella distribuzione della droga , generalmente suddivisa in panetti da un chilogrammo cadauno, M.B. di 35 anni eA.Z. di 52 anni, quest’ultimo abitante nel legnanese, entrambi pregiudicati per droga ed affidati alla medesima cooperativa sociale e, l’incensurato P.A. di 26 anni.
Tra i clienti sono stati identificati A.I. di 46 anni , già sottoposto alla misura degli arresti domiciliari per reati di droga a Fagnano Olona e C.P. di 41 anni , residente a Gallarate ed anch’egli gravato da precedenti per droga.
Nel corso delle indagini sono almeno tre i carichi di droga, di circa 20 / 25 chili ciascuno, pervenuti nel gallaratese a mezzo di autoarticolati provenienti verosimilmente dal nord Europa, che gli investigatori hanno certificato mediante appostamenti e fotografie estrapolate dalle telecamere appositamente piazzate sui cassonetti per la raccolta degli abiti usati. In particolare su quelli in via Gorizia ed in via XXII Marzo che, M.A. utilizzava principalmente per nascondere i panetti di cocaina, in appositi borsoni di fortuna recuperati all’interno degli stessi cassonetti.
Panetti di droga del peso di un chilo cadauno, che venivano smistati integri (cioè senza che venisse effettuata alcuna operazione di taglio) nel giro di pochissimi giorni, anche nel milanese, a mezzo principalmente di veicoli della stessa cooperativa sociale di cui M.A. aveva la disponibilità. Si ritiene fondatamente che proprio l’utilizzo dei luoghi e dei veicoli con i loghi della cooperativa sociale in questione, abbiano permesso a M.A. ed ai suoi complici di agire con estrema tranquillità per un lungo lasso di tempo. Gli esosi guadagni, derivanti da tale illecita attività, venivano periodicamente spediti da M.A. e G.B. al loro paese di origine, sia a mezzo di autoarticolati che a mezzo di autobus, non disdegnando nemmeno di affidare parte del denaro in questione ad amici o conoscenti i quali, si recavano occasionalmente in Albania per svariate motivazioni, come ad esempio per passare un periodo di vacanza.
Il primo arrestato
Il primo a finire dietro le sbarre nel corso delle indagini è stato A.Z., quando nella mattinata di sabato 11 luglio 2020, all’esterno della cooperativa sociale, ha ricevuto da M.A. e da M.B. una pistola semiautomatica Zavasta mod. 70 calibro 7,65 con matricola abrasa e completa di caricatore con 7 cartucce.
A.Z. fu fermato poco dopo dalla Polfer di Gallarate sul binario 6 mentre si apprestava a prendere il treno per fare ritorno a casa, con la pistola in questione nascosta all’interno di un borsello.
Il secondo arrestato
Nel pomeriggio del 13 luglio 2020 è stata la volta dell’autotrasportatore O.D. di 27 anni, pregiudicato per droga residente a Olgiate Comasco il quale è stato fermato da una volante del Commissariato dopo che aveva ricevuto da M.A., nel parcheggio del campo sportivo di via Forze Armate, circa 9 chili di cocaina che venne rinvenuta, suddivisa in 8 panetti, all’interno di una borsa della spesa appoggiata sul tappetino del lato passeggeri del camion, che O.D. stava utilizzando per la sua regolare attività lavorativa.
La droga sequestrata a O.D., che le Forze dell'ordine ritengono essere un corriere, era solo una parte del carico di ben 25 chili, giunto il giorno precedente nel gallaratese.
Nell’arco della stessa giornata M.A. e M.B. nonché lo stesso G.B., avevano effettuato svariate consegne in favore di terze persone.
Nei cassonetti dei vestiti usati nascondeva la droga per lo spaccio
Nella mattinata del 2 settembre 2020, con l’arresto in flagranza di M.A., veniva di fatto interrotta l’attività illecita dell’organizzazione.
M.A., con un mezzo della cooperativa diverso da quello solitamente utilizzato, con lo scopo di eludere le eventuali investigazioni (dubbio che gli era scaturito subito dopo l’arresto di O.D.), si era recano nel cassonetto di via Gorizia dove due giorni prima, in accordo con G.B., aveva nascosto l’ennesimo carico di droga, prelevando 4 panetti di cocaina.
Il tentativo di una volante di fermare M.A. in corso Colombo, era sfociato in una rocambolesca fuga terminata in via Riva dove M.A., a bordo del veicolo della cooperativa, aveva speronato diverse auto in sosta (tra cui una macchina della Polstrada) prima di schiantarsi contro il muro perimetrale di un condominio.
A quel punto, M.A. aveva abbandonato il veicolo e aveva tentato un’improbabile fuga a piedi arrivando persino ad opporre resistenza all’arresto, colpendo uno degli Agenti con un calcio al ginocchio. A bordo del veicolo della cooperativa, una Fiat Doblo’, più precisamente all’interno di una busta in carta contenente vestiti usati, erano stati trovati i panetti di cocaina per un peso complessivo di 4,269 chili. Con il mazzo di chiavi trovato in suo possesso, era stato aperto il cassonetto di via Gorizia dove sono stati rinvenuti altri 10 panetti similari del peso complessivo di 10,8 chili. La relativa perquisizione domiciliare aveva portato al ritrovamento e al sequestro di alcuni cellulari criptati e di circa 40 mila euro in contanti.
Nella stessa giornata, per scongiurarne la fuga, erano stati sottoposti a fermo anche i complici G.B. e M.B.
Le relative perquisizioni domiciliari erano stati trovati e sequestri altri telefonini e la somma contante di 42mila euro trovata nella disponibilità di C.P.




