Scoperti 155 milioni di Iva evasa e 186 di compensazioni illecite

Finanza e agenzia delle Entrate hanno chiuso un'operazione che tocca anche la Lombardia.

Scoperti 155 milioni di Iva evasa e 186 di compensazioni illecite
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Agenzia delle entrate e Guardia di finanza hanno reso noto alcuni dati nazionali sull'evasione. 186 milioni di euro di compesazioni illecite, 155 di Iva evasa e 135 responsabili segnalati all'autorità giudiziaria.

Operazione congiunta

Sono solo alcuni dei risultati derivanti dalla cooperazione tra Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate avviata in base alla Legge 23/2014. Grazie a percorsi di analisi congiunti, sono state scoperte società che, con la collaborazione di professionisti compiacenti, creavano crediti tributari fittizi, ceduti poi a una serie di imprese per compensare debiti d’imposta. Quattro i sodalizi criminali disarticolati. L’attenzione operativa si è concentrata su quattro distinti sodalizi criminali attivi in alcune province della Lombardia e dell’Emilia Romagna.

Il meccanismo fraudolento

Si partiva con la  costituzione di società “cartiere” prive di struttura organizzativa e intestate a prestanome gravati da precedenti penali e/o di polizia; si procedeva con l' utilizzo di fatture per operazioni inesistenti al fine di generare falsi crediti d’imposta e quindi con la cessione dei crediti di imposta fittizi e risultanti da dichiarazioni fraudolente a società cosiddette “beneficiarie della frode”, anche mediante la stipula di atti pubblici o scritture private autenticate da notai altresì compiacenti, utilizzati per compensare debiti fiscali o previdenziali. Le dichiarazioni fraudolente e le successive cessioni di “pacchetti” di crediti fiscali artificiosamente creati sono state, di massima, predisposte da professionisti che intervenivano in maniera sistematica nel circuito della frode, in qualità di certificatori dei crediti Iva indicati nelle medesime dichiarazioni, di depositari della documentazione contabile delle società coinvolte ovvero di pubblici ufficiali roganti degli atti sottoposti a registrazione per consentire la cessione degli stessi crediti fittizi.

Le indagini e le accuse

A seguito delle analisi effettuate congiuntamente dalla Guardia di Finanza e dalla struttura antifrode dell’Agenzia, sono state avviate le prime attività di indagine a cura delle
Fiamme Gialle, sotto la direzione delle Autorità Giudiziarie interessate. Le azioni avviate in diverse aree del Paese hanno portato ai seguenti risultati complessivi: oltre alle illecite compensazioni d’imposta per 186 milioni di euro, all’Iva evasa scoperta per 155 milioni e alla segnalazione alle Autorità Giudiziarie di 135 responsabili di reati che vanno dall’associazione a delinquere alla dichiarazione fraudolenta, dall’occultamento e distruzione di documenti contabili all’omessa e infedele dichiarazione, dall’indebita
compensazione alla truffa e alla bancarotta fraudolenta, fino al riciclaggio, all’auto-riciclaggio e al reimpiego di denaro e altre utilità di provenienza illecita, sono state eseguite 30 misure restrittive della libertà personale, tra arresti in carcere, domiciliari e altre forme di limitazione della libertà personale.

I provvedimenti

Sono stati inoltre effettuati provvedimenti di sequestro preventivo, anche nella forma “per equivalente” delle imposte evase, di beni mobili, immobili, aziende, disponibilità finanziarie e altri valori per 200 milioni di euro e sono  state individuate 176 tra aziende e società coinvolte negli illeciti meccanismi di frode portati alla luce, anche ai fini delle contestazioni in tema di responsabilità amministrativa degli enti di cui al D.Lgs. 231/2001. Infine, sono stati scoperti 1.370 lavoratori irregolari. Il prosieguo dell’attività congiunta – L’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza proseguono nelle attività congiunte di analisi di rischio nel settore delle indebite compensazioni di crediti, allo scopo di avviare ulteriori piani d’intervento sempre in maniera condivisa, anche in altri territori, ponendo particolare attenzione al coinvolgimento di professionisti cosiddetti facilitatori della frode” nonché all’utilizzo di filiere di cooperative riunite in relativi consorzi.

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