Scarichi illeciti in acqua: arrivano i “detective elettronici”. Il progetto pilota a Pero
L'innovativo sistema impiegato da Cap.
Tempi duri per chi scarica abusivamente sostanze inquinanti nelle acque della Città metropolitana di Milano. Gruppo Cap, gestore del servizio idrico integrato del territorio, introduce degli innovativi “detective elettronici”, in grado di individuare in tempo reale sostanze inquinanti, per individuare gli scarichi illeciti, ridurre i cattivi odori e l’impatto ambientale.
“Detective elettronici” contro gli scarichi illeciti
Il sistema si basa sull’innovativa tecnologia sviluppata da “Kando”, basata su un approccio di tipo “Early Warning”, che consente di rilevare in anticipo la presenza di sostanze inquinanti nelle acque reflue. Parliamo di un avanzato dispositivo che, facendo leva su un sistema di prevenzione e controllo, garantisce una migliore capacità di previsione delle sostanze inquinanti e la possibilità di individuare con assoluta tempestività gli scarichi irregolari.
“Con l’installazione di queste sonde vogliamo estendere il progetto sul territorio che serviamo, visti i riscontri più che positivi della fase pilota – Spiega Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo Cap – L’obiettivo è utilizzare le tecnologie più avanzate per ridurre l’impatto ambientale e sociale, individuando chi inquina con sversamenti illeciti nelle nostre reti fognarie, rischiando di compromettere il funzionamento dei depuratori e quindi l’ecosistema del nostro prezioso patrimonio idrico. Tra le priorità c’è anche il benessere di tutte le persone che vivono nelle vicinanze dei depuratori, perché le sostanze inquinanti illecite possono anche generare quei cattivi odori che spesso vengono imputati agli impianti di depurazione”.
Il progetto pilota a Pero
Il nuovo sistema di monitoraggio in continuo della rete fognaria fa seguito al progetto pilota realizzato nel bacino del depuratore di Pero, uno dei più grandi fra quelli gestiti da Gruppo Cap: serve infatti 21 Comuni per 620mila abitanti equivalenti. La zona è stata scelta anche per le diverse attività produttive presenti, quali aziende di trattamento di rifiuti, farmaceutiche, chimiche e galvaniche. I risultati della prima fase hanno già portato a una notifica di reato e all’avvio dell’attività di controllo coordinata con l’Arpa (Agenzia Regionale Protezione Ambiente) e con la polizia provinciale, identificando l’origine dello scarico anomalo e bloccando di conseguenza la fonte di inquinamento.
Monitorare la qualità delle acque reflue consente da un lato di cogliere con precisione eventuali scarichi illeciti da parte di utenze industriali, dall’altro di rilevare in tempo reale la presenza di un determinato inquinante nella rete fognaria e di calcolare il tempo di arrivo al depuratore. Informazione fondamentale per i tecnici di Cap, che possono mettere in atto vere e proprie “misure tampone”, per mitigare l’impatto delle sostanze sul processo depurativo all’interno dell’impianto.
Come funziona il “detective elettronico”
Il progetto prevede l’installazione di sonde in continuo, in grado di analizzare diversi parametri lungo tutta la rete fognaria. Dall’analisi di ogni parametro viene individuato uno specifico indice di inquinamento che attraverso la correlazione e l’autoapprendimento dell’applicazione, permette identificare immediatamente eventuali episodi di contaminazione, per procedere tempestivamente con gli interventi.
Le centraline di rilevazione dei parametri possono essere integrate da un campionatore automatico che preleva un campione istantaneo quando la sonda rileva dati anomali, che viene poi analizzato in laboratorio per acquisire l’esatto contenuto di contaminanti.