Rimaflow: la solidarietà anche di Libera Masseria di Cisliano

Rimafow: anche la Libera Masseria di Cisliano dà la sua solidarietà alla cooperativa dopo l'inchiesta sul traffico illecito di rifiuti in Lombardia.

Rimaflow: la solidarietà anche di Libera Masseria di Cisliano
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Rimaflow, la solidarietà arriva anche dalla Libera Masseria di Cisliano, dopo i fatti sul traffico di rifiuti in Lombardia.

Rimaflow, Libera Masseria condivide le parole della cooperativa

Scrivono dalla Rimaflow, la cui solidarietà arriva anche da altri gruppi e realtà del territorio, come Libera Masseria: "Tra gli arrestati e i siti sequestrati stamattina dai carabinieri ci sono anche il presidente della cooperativa RiMaflow e il capannone dove si è sperimentato per un periodo il recupero di materia prima da carta da parati.
Con le ditte che ci hanno conferito macchinari e materiali con regolari documenti di trasporto – alcune delle quali figurano tra quelle indagate -  non abbiamo nulla a che fare per qualsiasi altra loro attività".

"Ancora in attesa di un titolo di utilizzo del sito"

Continuano dalla Rimaflow: "La nostra unica ‘illegalità’ è quella di essere ancora in attesa di un titolo di utilizzo del sito da quando quasi sei anni fa la Maflow ha chiuso licenziando 330 persone e abbandonando la fabbrica. Gli operai si sono ricostruiti un lavoro con una regolare Cooperativa, sono nate molte botteghe artigiane che – insieme – hanno dato vita a un centinaio di posti di lavoro, mentre un business plan è stato preparato con il concorso di varie Università.
La sperimentazione sul riciclo è stata condotta acquisendo materiali (scarti di produzione di carta da parati) da ditte a cui lo restituivamo lavorato (con fatture di lavoro conto terzi) o vendute a ditte con regolari fatture. Non sappiamo l’iter successivo di questi materiali.
La sperimentazione, peraltro onerosa e quindi una perdita per noi, è terminata mesi fa, in attesa di una regolarizzazione del sito ormai in dirittura d’arrivo. Quindi nessuna attività lucrativa da parte della Cooperativa!!!
Nel capannone posto sotto sequestro abbiamo invitato a più riprese molti enti, tra cui Città Metropolitana, AMSA e A2A, con la massima trasparenza rispetto ai nostri progetti.
I lavoratori di RiMaflow non c’entrano con lo smaltimento illecito di rifiuti per cui sono implicati altri soggetti. Massimo Lettieri deve essere rimesso in libertà e deve essergli restituita tutta la dignità per il lavoro che ha sempre fatto per tutti i lavoratori e le lavoratrici e anche per la città di Trezzano sul Naviglio".

I messaggi di solidarietà

Terminano nel comunicato: "Solidarietà  è stata espressa stamattina da don Massimo Mapelli di Caritas Milano, da don Franco Colombini parroco di Trezzano, da Marco Cabassi e don Gino Rigoldi che da anni seguono e sostengono attivamente il progetto RiMaflow".
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