Richiedenti asilo Tradate, Galli: "No a centro permanente"

Alla Melzi un centro d'accoglienza permanente? Il sindaco Galli e la sua maggioranza si oppongono: "Porteremo la richiesta della Croce Rossa in consiglio e diremo no".

Richiedenti asilo Tradate, Galli: "No a centro permanente"
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La Croce Rossa presenta un progetto per la sistemazione dei bagni interni alla Barbara Melzi e per la trasformazione del centro di accoglienza dei richiedenti asilo da "temporaneo" a "permanente". Ma il Comune dice no.

Richiedenti asilo a Tradate, da emergenza a centro stabile

La struttura di accoglienza alla Barbara Melzi era arrivata nel settembre 2015. Sessanta richiedenti asilo ospiti, precedentemente accolti nella palestra del Don Milani di Venegono Inferiore. Numeri che da allora sono variati continuamente, fino alle 139 unità attuali. Non senza problemi nella gestione della Croce Rossa, con i richiedenti asilo che più volte hanno protestato per le condizioni interne al centro, per avere la carta d'identità o per protestare contro le espulsioni di alcuni di loro dalla Melzi. Per non parlare delle manifestazioni della Lega ma anche di Forza Nuova e Casapound contro il centro. E qualche dubbio sulla gestione, come per la vicenda delle tonnellate settimanali di rifiuti non differenziati o quella dei vestiti nuovi (donati) gettati in discarica come stracci. L'arrivo del centro di accoglienza nell'istituto delle suore canossiane fu ed è, in linea teorica, straordinario e di emergenza. Ma tre anni dopo l'apertura, arriva la richiesta di renderlo permanente.

La richiesta della Croce Rossa

Il passaggio da struttura d'emergenza a permanente è racchiuso nella Scia depositata in Comune dalla Croce Rossa a inizio febbraio. Lavori per la sistemazione dei bagni interni, oggi chiusi, e il conseguente smantellamento dei container nel cortile oggi usati per i bagni e le docce. Lavori, si legge nella Scia,  per la "riqualificazione della parte del complesso ad uso scolastico Barbara Melzi attualmente adibito a centro di accoglienza straordinario per destinarlo a centro d'accoglienza permanente". E nel documento, che segue la normativa per i dormitori e gli alberghi, ci sono i numeri della struttura. Un locale mensa in grado di accogliere due turni da 125 commensali l'uno, aule scolastiche trasformate in stanze per 140 persone e bagni per 170 utenze.

Da scuola a centro per richiedenti asilo

Il Comune però ha sollevato, dal punto di vista tecnico, delle obiezioni. "Riteniamo che una semplice Scia non sia sufficiente", spiega l'assessore all'Urbanistica Claudio Ceriani. "La trasformazione della Melzi in un centro di accoglienza permanente non è in linea con il Piano dei Servizi del Pgt - continua l'assessore - Che individua la Melzi in una categoria urbanistica di diverso tipo. E' necessario quindi un cambio di destinazione d'uso che deve essere approvato dal consiglio comunale". Dove certo non riceverà l'assenso della maggioranza di centrodestra. Intanto, giovedì gli Uffici hanno aperto un avvio di procedimento, dando alla Croce Rossa 10 giorni di tempo per presentare la documentazione aggiuntiva che il Comune ritiene necessaria. Tra la quale, il contratto in essere tra la Croce Rossa  gestore del centro e le suore canossiane proprietarie della struttura.

Il No dell'Amministrazione

Al di là degli aspetti tecnici, da piazza Mazzini c'è tutta l'intenzione di fermare il procedimento. "Nella richiesta si parla di adeguamento sanitario, di migliorare le condizioni igieniche. Ma come hanno fatto negli ultimi tre anni?". A parlare il sindaco Dario Galli, che si oppone a quello che definisce "un albergo per migranti". "Porteremo la vicenda in consiglio comunale, come giusto, dove saremo assolutamente contrari. Quella sarà anche l'occasione per entrare nel merito di tutta questa vicenda iniziata nel 2015. Allora la passata Amministrazione "vendette" ai cittadini l'arrivo del centro come una cosa temporanea per far fronte a un'emergenza. Oggi siamo nel 2018, i numeri di richiedenti asilo sono solo aumentati e addirittura lo si vuol fare un centro permanente. Ciò significherebbe che sarebbe sempre pieno, altro che svuotarsi. Non vogliamo un centro d'accoglienza fisso. Vediamo i problemi di questa presenza sia a Tradate che in altri Comuni, e oggi come sempre negli anni siamo contrari. E anzi vogliamo che la loro presenza vada a diminuire fino allo zero".

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