Quarantenne si risposa, ma si era dimenticato di divorziare: condannato per bigamia
Due diversi matrimoni celebrati a Rho e in Piemonte a distanza di sette anni l’uno dall’altro.
Quarantenne di Rho si risposa, ma si era dimenticato di divorziare Viene condannato per bigamia.
Quarantenne si risposa, ma si era dimenticato di divorziare: condannato per bigamia
Si sposa, si separa e si risposa senza però divorziare dalla prima moglie. Ha dell’incredibile la vicenda processuale di un 42enne rhodense condannato a un anno di carcere lo scorso novembre dal Tribunale di Biella per il reato di bigamia, a causa di due diversi matrimoni celebrati a Rho e in Piemonte a distanza di sette anni l’uno dall’altro.
A segnalare il raro caso di bigamia al Nucleo operativo dei carabinieri di Cossato (dove attualmente risiede il 42enne) sono stati gli addetti dell’ufficio Servizi demografici del Comune biellese che, sei giorni dopo le seconde nozze, si sono resi conto che in realtà l’uomo era già sposato e non aveva mai avviato le pratiche di divorzio dalla prima moglie. I fatti risalgono al 13 maggio 2016, giorno del secondo matrimonio con una 27enne di origini rumene. Stando alle indagini dei militari, però, in quella data l’uomo risultava già «legato da matrimonio» con i conseguenti «effetti civili» contratto il 4 luglio 2009 a Rho con una ragazza italiana.
Donna da cui il rhodense si era separato ormai da tempo, ma dalla quale non aveva mai ufficialmente divorziato, visto che né l’atto di annullamento né le pratiche di avvio della procedura sono mai stati rinvenuti dai carabinieri, poiché inesistenti.
Nel marzo 2016, tre mesi prima della celebrazione delle seconde nozze con la 27enne rumena, l’annuncio di matrimonio era stato addirittura pubblicato sui giornali negli appositi spazi e affisso sull’albo pretorio comunale.
Dopo la denuncia il 42enne, difeso dall’avvocato Enrica Ramella Valet del Foro di Biella, è stato quindi rinviato a giudizio per bigamia (articolo 556 del Codice penale, pena base da uno a cinque anni) e condannato dal giudice Anna Ferretti a un anno di reclusione e al pagamento delle spese processuali. Il magistrato ha infine riconosciuto all’imputato, assente in aula il giorno della sentenza, le circostanze attenuanti generiche equivalenti alla recidiva contestata per via di un piccolo precedente alle spalle.