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Prostituzione nei centri massaggi: cinese arrestato

Gli inquirenti hanno appurato una movimentazione di denaro di 1 milione e 700mila euro

Prostituzione nei centri massaggi: cinese arrestato
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L'accusa è non solo di aver creato dei centri massaggi in cui si effettuavano prestazioni sessuali ma anche di aver creato un ingegnoso sistema per "ripulire" il denaro. Per questo un cinese residente a Milano è stato arrestato

Il centro massaggi e l'arresto

Nell’ambito di un’attività di indagine in corso da luglio del 2021  nella mattina di  giovedì è stata eseguita  un’ordinanza che prevedeva gli arresti domiciliari, emessa dal gip del Tribunale di Milano, nei confronti di un cittadino cinese residente a Milano per i  reati di riciclaggio  e indebito utilizzo  di strumenti di pagamento diversi dal contante.

A carico dell’indagato sussistono gravi indizi di colpevolezza in  riferimento a una attività di riciclaggio di denaro - proveniente anche dall’attività di prostituzione esercitata all’interno di centri massaggi cinesi ubicati in varie città italiane -  posta in essere con la creazione di un articolato sistema di trasferimenti del denaro finalizzati a far perdere la tracciabilità della sua provenienza e della sua effettiva destinazione finale.

Il sistema

I clienti dei centri massaggi pagavano le prestazioni sessuali mediante ricariche di carte di credito ricaricabili fittiziamente intestate a cittadini cinesi, irreperibili ma di fatto nella disponibilità dell’indagato, il quale trasferiva  le somme introitate verso altre carte di credito ricaricabili - anche queste intestate fittiziamente a cittadini cinesi irreperibili -  che  venivano poi utilizzate per prelevamenti di denaro contante o per effettuare bonifici verso rapporti finanziari allocati in istituti di credito estoni o lituani.

Gli accertamenti svolti hanno permesso di accertare che nel periodo oggetto di indagine le carte di credito censite hanno complessivamente movimentato, sia in entrata che in uscita, oltre 1.700.000 euro, somma che potrebbe verosimilmente essere oggetto di rivalutazione all’esito dell’esame del materiale probatorio cartaceo e informatico acquisito nel corso delle perquisizioni eseguite, contestualmente all’esecuzione del provvedimento, all’interno dell’abitazione e dell’ufficio dell’indagato.

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