Piazza pulita: chiesta l'assoluzione per Fratus, Cozzi e Lazzarini
In primo grado i tre ex amministratori comunali di Legnano erano stati condannati a vario titolo per turbativa di gara.
Colpo di scena in appello per il processo Piazza pulita, che vede imputati l’ex sindaco di Legnano Gianbattista Fratus, il suo vice Maurizio Cozzi e l’ex assessore alle Opere pubbliche Chiara Lazzarini.
Piazza pulita: colpo di scena all'apertura del processo d'appello
Ieri, lunedì 12 giugno 2023, per i tre ex amministratori pubblici legnanesi, condannati in primo grado a vario titolo per turbativa di gara, il sostituto procuratore generale della Corte d’Appello di Milano ha chiesto l’assoluzione. Confermata invece, per il solo primo cittadino, la richiesta di condanna per corruzione elettorale, reato per il quale è stato però chiesto il minimo della pena.
Fratus, Cozzi e Lazzarini erano stati travolti dall’operazione Piazza pulita nel maggio 2019 ed erano finiti alla sbarra al Tribunale di Busto Arsizio con l'accusa di aver manipolato concorsi per posizioni dirigenziali in seno al municipio e a società a esso collegate (al primo è stata contestata anche la corruzione elettorale in sede di ballottaggio).
Le condanne in primo grado e l'interdizione dai pubblici uffici
Due anni e due mesi di carcere per Fratus, due per Cozzi e un anno e tre mesi per Lazzarini: questo era stato, al termine del processo di primo grado, il verdetto del giudice Daniela Frattini, la quale aveva sostanzialmente sposato l’impianto accusatorio, che ricostruiva "un sistema collaudato e condiviso da tutti, volto a colonizzare quasi in maniera feudale gli incarichi nelle partecipate e nella pubblica amministrazione". L’obiettivo? "Il potere e il controllo capillare - aveva spiegato il pubblico ministero Nadia Calcaterra - 'O si fa quello che diciamo noi, o si va a casa'". Per tutti e tre erano arrivate anche una multa (rispettivamente di 400, 500 e 300 euro) e l’interdizione dai pubblici uffici (per un anno e otto mesi, due anni e un anno).
Le procedure contestate ai tre ex amministratori pubblici legnanesi
Tre le procedure inizialmente contestate a Fratus, Cozzi e Lazzarini: il conferimento di un incarico un incarico di consulenza in Euro.Pa (del quale è stato chiamato a rispondere solo l’ex vicesindaco), la selezione del dirigente per lo sviluppo organizzativo del Comune di Legnano e la nomina del direttore generale di Amga spa. Si è poi aggiunta la contestazione dell’incarico al critico Flavio Arensi come direttore artistico del Comune. L’accusa di corruzione elettorale, mossa soltanto all’ex numero uno di Palazzo Malinverni, riguardava un accordo che Fratus avrebbe stretto in sede di ballottaggio, alle elezioni amministrative del 2017, con Luciano Guidi, candidato sindaco al primo turno per la lista Alternativa popolare: la nomina della figlia di quest’ultimo nel consiglio di amministrazione di una municipalizzata in cambio del suo "pacchetto" di voti al secondo turno.
Le difese: "Non si trattava di gare ma di procedure idoneative"
Gli imputati si sono sempre dichiarati innocenti e, durante il dibattimento di primo grado, le difese hanno sostenuto che quelle contestate non erano gare ma procedure idoneative, volte solo ad accertare che i candidati fossero in possesso dei requisiti necessari a svolgere al meglio il ruolo per il quale si proponevano, e che ogni azione dei tre ex amministratori legnanesi era tesa esclusivamente a individuare le persone "più competenti, capaci e preparate" a ricoprire un determinato ruolo.
Si torna in aula tra tre mesi: l'udienza è fissata per il 19 settembre
Ora, a più di tre anni di distanza dalla sentenza di primo grado, ha preso il via il processo di appello. Si torna in aula martedì 19 settembre con la replica delle parti civili - Amga e il Comune di Legnano - e la discussione delle difese.
In corso anche il secondo filone processuale nato dall'inchiesta
Intanto lo scorso febbraio è approdato in aula il secondo filone processuale nato dall’inchiesta Piazza pulita. Alla sbarra, al Tribunale di Busto Arsizio, sette imputati: Paolo Pagani, ex direttore generale di Amga, Enrico Barbarese, ex dirigente per lo sviluppo organizzativo del Comune di Legnano, Enrico Maria Peruzzi, suo predecessore, Mirko Di Matteo, ex direttore di Euro.Pa service, Catry Ostinelli, ex presidente di Amga, Luciano Guidi, candidato sindaco alle elezioni amministrative del 2017 vinte da Fratus, e Flavio Arensi, già direttore artistico del Comune di Legnano.
L’accusa per i primi cinque è di aver collaborato a vario titolo con Fratus, Cozzi e Lazzarini alla manipolazione di gare per posizioni apicali in aziende municipalizzate e partecipate e a Palazzo Malinverni. Guidi è chiamato a rispondere all’accusa di aver offerto all’ex sindaco Fratus i propri voti al ballottaggio, in cambio di un posto per la figlia nel consiglio di amministrazione di Aemme linea ambiente, controllata di Amga.
Arensi è invece chiamato in causa per il bando attraverso il quale è diventato curatore artistico del Comune di Legnano, che secondo gli inquirenti gli sarebbe stato "cucito addosso". La prossima udienza è in calendario per il 4 aprile 2024. È verosimile che quanto sarà deciso nel processo di appello possa condizionare in maniera decisiva anche le vicende di questo secondo filone.
Nella foto di copertina, da sinistra: Chiara Lazzarini, Gianbattista Fratus e Maurizio Cozzi