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Permessi di soggiorno in cambio di viaggi, pranzi e cene: nei guai due poliziotti

Favorivano l'ottenimento di documenti a cittadini indicati loro da un imprenditore egiziano. I fatti contestati mentre si trovavano in servizio a Sesto San Giovanni.

Permessi di soggiorno in cambio di viaggi, pranzi e cene: nei guai due poliziotti
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Un percorso agevolato per l’ottenimento del permesso di soggiorno in cambio di pranzi, cene, viaggi e capi d’abbigliamento. Due poliziotti e un imprenditore egiziano sono finiti nei guai.

Regali in cambio di permessi di soggiorno

Stamattina, martedì 12 gennaio 2021, la Polizia di Stato, al termine di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Monza, ha proceduto all’esecuzione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di G.D., assistente capo della Polizia di Stato, e
dell’imprenditore egiziano A.H., nonché alla notifica dell’interdizione dall’esercizio di pubblico ufficio o servizio per la durata di
un anno a carico di S.A., ex appartenente della Polizia di Stato oggi in quiescenza.

I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal Giudice per le indagini preliminari Silvia Pansini, che ha riconosciuto l’ipotesi accusatoria formulata dal Pubblico ministero  Franca Macchia. Nello specifico ai tre sono stati contestati a diverso titolo i reati di corruzione, fraudolento danneggiamento di beni assicurati, istigazione alla corruzione nonché in materia di immigrazione.

I fatti

I fatti risalgono al triennio 2014-2016,  quando i due appartenenti alla Polizia prestavano servizio presso il Commissariato distaccato di Sesto San Giovanni.

Le investigazioni, condotte tra il 2016 e  il 2017 con l’ausilio di attività tecniche e corroborate dagli esiti forniti dall’analisi di decine di pratiche volte al rilascio di permessi di soggiorno nonché dallo studio della documentazione e dei contenuti degli apparati elettronici rinvenuti in occasione delle perquisizioni effettuate a maggio 2016, hanno consentito di svelare l’esistenza di rapporti di natura illecita tra i destinatari delle misure cautelari.

In particolare è emerso che, a fronte  di denaro e di regalie di diversa natura (viaggi, pranzi e cene in ristoranti esclusivi nonché capi d’abbigliamento), i poliziotti hanno agevolato la trattazione e  il rilascio dei titoli di soggiorno a favore di cittadini stranieri, maghrebini in particolare, loro indicati dall’imprenditore egiziano.

Il solo assistente capo G.D. ha inoltre partecipato a frodi assicurative redigendo annotazioni di polizia giudiziaria dal contenuto falso oltre ad aver cercato di corrompere un altro operatore affinché egli stesso redigesse un atto falso a seguito del primo intervento di volante.

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