LE MOTIVAZIONI TRA 45 GIORNI

Omicidio Vivaldo, il Tribunale del riesame annulla due ordini di custodia cautelare

Dubbi da parte del Giudice sul pentito che ha raccontato i fatti e libera i presunti complici del killer scarcerando  Stefano Sanfilippo e annullando la misura in carcere anche per Stefano Scatolini

Omicidio Vivaldo, il Tribunale del riesame annulla due ordini di custodia cautelare

Svolta giudiziaria nell’inchiesta sull’omicidio di Nicola Vivaldo, ucciso con quattro colpi di pistola alla testa il 23 febbraio 2000 in un agguato sotto casa in via Balzarotti nella frazione rhodense di Mazzo perchè la ‘ndrangheta lo riteneva un informatore delle forze dell’ordine.

Liberati Stefano Sanfilippo e Stefano Scaolini, quest’ultimo in carcere per altro reato

Dubbi da parte del Giudice sul pentito che libera i presunti complici del killer scarcerando  Stefano Sanfilippo, 80 anni residente a Pogliano Milanese, ritenuto il “compare” della vittima che conosceva benissimo i luoghi frequentati da Vivaldo e le sue abitudini. Annullata anche la misura in carcere anche per Stefano Scatolini, 58enne già però detenuto per altro, ritenuto l’autista della Golf grigia che ha accompagnato sul luogo dell’agguato il presunto esecutore materiale Massimo Rosi, 57 anni.

Le motivazioni degli annullamenti delle ordinanze saranno rese note tra 45 giorni

Le motivazioni sugli annullamenti delle ordinanze cautelari da parte dei giudici della libertà della XXII sezione del Tribunale di Milano saranno rese note tra 45 giorni. A presentare i ricorsi sono stati l’avvocato Manuela Cacciuttolo per Stefano Sanfilippo e gli avvocati Luigina Pingitore e Antonio D’Amelio per Stefano Scatolini.

A svelare il piano killer agli inquirenti il pentito Emanuele De Castro

A svelare il piano killer agli inquirenti è stato Emanuele De Castro ex membro del locale di ‘Ndrangheta di Lonate Pozzolo e oggi pentito. I carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, coordinati dalla pm Alessandra Cerreti della Direzione distrettuale antimafia nel mese di novembre hanno eseguito sei misure cautelari, cinque delle quali in carcere, per omicidio aggravato. per i presunti mandanti dell’omicidio, Vincenzo Gallace (oggi 78enne) e Vincenzo Rispoli (62 anni), rispettivamente a capo dell’omonima ‘ndrina di Guardavalle in Calabria e della locale di Legnano-Lonate Pozzolo.

Ucciso perché ritenuto un confidente delle Forze dell’ordine

Vivaldo fu ucciso sotto casa con quattro colpi di pistola alla testa mentre l’uomo stava parcheggiando la sua auto. L’uomo che aveva precedenti per associazione mafiosa, lesioni, detenzione di armi e rapina venne ucciso perché ritenuto un confidente delle Forze dell’ordine. Secondo i magistrati Vivaldo era vicino alla cosca Gallace di Guardavalle e alla locale di ‘Ndrangheta di Rho.