«Non siamo delinquenti e i nostri figli non sono una baby gang»
Un gruppo di residenti di via Manin replica alle accuse di una famiglia e chiede di placare le tensoni.
«Non siamo delinquenti e i nostri figli non sono una baby gang, sono solo ragazzini che chiedono la libertà di poter giocare».
In via Manin la denuncia di una famiglia, a suo dire terrorizzata da alcuni ragazzini, ha fatto discutere, provocando una vera sollevazione dei tanti abitanti, genitori e non, che abitano le case Aler. Sono mamme, papà, ma anche semplici residenti quelli che ci hanno contattato per raccontare la loro verità: persone che si destreggiano tra lavoro e famiglia, che sostano nelle aree comuni per quattro chiacchiere e che desiderano solo poter vivere tranquilli. E secondo i quali i toni si sono alzati un po' troppo, enfatizzando quelle che archiviano come beghe condominiali.
«Non siamo delinquenti e i nostri figli non sono una baby gang».
«Anche noi abbiamo ricevuto insulti pesanti dalla famiglia che ora mette in croce i nostri figli, spesso bimbi piccoli – spiegano - Ci sono state aggressioni, ma reciproche e reazioni a comportamenti scorretti verso i nostri figli. Nello specifico, la signora ha aggredito fisicamente e verbalmente i ragazzi. Ha tirato un catenaccio in testa a uno di loro, ha alzato le mani verso una ragazzina. Anche noi abbiamo sporto denunce ai Carabinieri, ci sono delle battaglie legali in corso e siamo disposti a intraprenderne altre se non si placheranno gli animi. Teniamo a dire che nessuno ha mai minacciato di stupro le sue figlie come lei ha denunciato».
Tutto sarebbe cominciato l'autunno scorso, quando, ad Halloween, i bimbi suonavano ai campanelli per il classico «dolcetto o scherzetto?». Un gesto poco gradito, che avrebbe scatenato la querelle tra vicini. «Siamo stufi di vedere qui fuori i Carabinieri, chiamati spesso per motivi futili. Chiediamo per i nostri figli la libertà di poter vivere la loro infanzia e spensieratezza, di poter giocare, gridare, muoversi liberamente, senza essere messi alla gogna. Non sono una baby gang e diciamo con certezza che molti degli episodi citati dalla signora non sono andati in questo modo, anzi vogliamo dire che non sono proprio reali. Ognuno risponderà delle sue affermazioni davanti alla legge».
Rapporti tesi in un quartiere residenziale popolato da molte famiglie con bimbi piccoli e persone anziane: «Sono stati chiamati in causa piccini di 3 e 5 anni, che stavano giocando con una lucina laser. Neanche ci siamo accorti che potesse infastidire la palazzina di fronte. E ci siamo trovati qui sette macchine dei Carabinieri, davvero un'esagerazione. Una famiglia è stata accusata ingiustamente di detenere delle armi ed è stato versato del liquido simile ad ammoniaca dal balcone».
I residenti vogliono sottolineare che non accade nulla di illegale in via Manin, dove il lockdown ha messo a dura prova tante famiglie, che ora chiedono solo di poter tornare a godersi un po' di libertà.
L'appello ad abbassare i toni
«Abbassiamo i toni, ognuno viva serenamente la sua vita. I nostri ragazzi vanno a scuola, non vogliamo siano additati per qualcosa che non sono. Non sono criminali». C'è poi un episodio che è giusto denunciare: la violenza dei social che ha travolto queste famiglie. I commenti al nostro articolo sono degenerati in accuse pesanti, minacce e insulti che poco avevano a vedere coi contenuti. «Ci siamo sentiti minacciati, anche perché nel quartiere ci si conosce tutti. Siamo pronti a querelare chi ha scritto queste parole d'odio nei confronti dei nostri ragazzi e ci auguriamo che tutto ciò non si ripeta mai più».
Ci sono famiglie che abitano qui da decenni e che da sempre lottano per la dignità del quartiere, tra le piccole battaglie quotidiane di ogni giorno.
I residenti delle case Aler chiedono solo che si spengano i riflettori, ma soprattutto che il clima tra condomini si plachi, per la serenità di tutti. «Piuttosto sarebbe utile che Amministrazione comunale e Aler si occupino del degrado fisico del quartiere, dei tanti problemi strutturali e di manutenzione irrisolti delle nostre case. Dalle infiltrazioni alle buche nelle aree esterne, totalmente sprovviste d giochi e spazi per i più piccoli e non solo. Questo va denunciato, su questo si deve concentrare la battaglia di tutti».