Morte dell'agente Pischedda, nessun colpevole

Dopo la caduta dal ponte era rimasto a terra per oltre due ore: "Ferite troppo gravi, ritardo dei soccorsi non influì"

Morte dell'agente Pischedda, nessun colpevole
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Nessun colpevole per la morte dell'agente Francesco Pischedda avvenuta nel febbraio del 2017 mentre inseguiva un sospettato. Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Lecco, Salvatore Catalano, ha deciso di archiviare il fascicolo d’inchiesta per il reato di omicidio colposo contro ignoti.

La vicenda

I fatti risalgono alla notte del 2 febbraio del 2017, quando l'agente Francesco Pischedda era in servizio di pattuglia lungo la statale 36 del Lago di Como e dello Spluga, insieme ad altri colleghi del distaccamento di Bellano della Polstrada, quando era stato individuato un furgone sospetto, un Fiat Fiorino poi risultato essere rubato con tre persone a bordo. Il conducente aveva ignorato l’alt intimato dagli agenti e si era dato alla fuga. Ne era scaturito un pericoloso inseguimento, lungo la carreggiata nord, conclusosi su un viadotto poco prima dello svincolo del Trivio di Fuentes. I tre, dopo aver abbandonato il furgone incidentato, avevano tentato di allontanarsi a piedi. Mentre due erano riusciti a far perdere le proprie tracce, Florea Vaeceslav era stato raggiunto dall’agente Pischedda. I due avevano ingaggiato quindi una colluttazione durante la quale entrambi erano precipitati dal cavalcavia, facendo un volo di una decina di metri. Le condizioni del poliziotto erano apparse da subito molto gravi ed era morto dopo poche ore: aveva solo 28 anni.

Il ritardo nei soccorsi

Oggi, come detto, il Gup ha disposto l'archiviazione dell'inchiesta per omicidio colposo contro ignoti. La motivazione dell’archiviazione sta nel fatto che le ferite riportate dall’agente erano talmente gravi che sarebbe morto comunque. Non avrebbe dunque influito il ritardo dei soccorsi: Pischedda infatti prima di essere trasportato in ambulanza rimase sul luogo della caduta per 2 ore e 20 minuti. Prima fu portato all’Ospedale di Gravedona dove gli diagnosticarono una grave emorragia interna, poi fu trasferito all’ospedale di Lecco. La famiglia dell’agente morto in servizio dopo la decisione del GUP fa sapere che non si arrenderà e continuerà la sua battaglia per trovare un responsabile.

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