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Mezzi da lavoro rubati, il deposito a Cornaredo

Lunedì sera il ritrovamento in via Copernico dei mezzi rubati a un'impresa di movimento terra a Rho

Mezzi da lavoro rubati, il deposito a Cornaredo

Lunedì sera la Polizia di Stato di Rho e la Polizia Locale di Cornaredo hanno recuperato e riconsegnato al legittimo proprietario mezzi da lavoro rubati a Rho.

Mezzi da lavoro

Ingente il furto subito dall’impresa specializzata in scavi e movimento terra con sede a Sibari: lo scorso 23 settembre erano “spariti”  due autocarri, una vibrofinitrice, uno stendi asfalto, un rullo compressore ed un mezzo di compattazione di asfalto. Materiale ritrovato nel corso dell’operazione di Polizia di Stato e Polizia Locale in via Copernico a Cornaredo.

Polizia di Stato e Polizia Locale


Il rinvenimento è stato possibile grazie alle localizzazioni inviate da un sistema GPS, installato su uno dei mezzi. L’attività congiunta realizzata dagli agenti del Commissariato Rho Pero e dal personale del Comando di Polizia Locale di Cornaredo per la ricerca dei mezzi è stata complessa, in quanto il sistema satellitare era sotto “GPS spoofing”, terminologia che sta ad indicare la tecnica di manipolazione del segnale GPS, che permette di falsificare la posizione, attraverso un falso segnale generato da un attaccante detto “spoofer”.

Deposito a Cornaredo


Dopo alcune ricerche effettuate nell’area industriale individuata, all’interno del civico 16 della via Copernico, sono stati individuati i mezzi. L’ispezione alla presenza del comandante della Polizia Locale Domenico Giardino ha interessato tre capannoni contigui ed un’area esterna di pertinenza, dove erano parcheggiati i mezzi rubati. Inoltre, all’interno di uno di essi, è stata rinvenuta una carcassa di una Fiat Panda, autovettura anch’essa provento di furto.

Altre carcasse d’auto

Oltre alla Fiat Panda, nel magazzino vi erano accatastate circa sette carcasse di autovetture, per le quali sono in corso accertamenti volti a riscontrare la provenienza furtiva. Sono in corso verifiche da parte degli investigatori per individuare i reali utilizzatori della struttura utilizzata per occultare la refurtiva. Il valore dei consegnati al proprietario è stato quantificato in circa 300mila euro.