Medaglia di benemerenza per l'agente di polizia del carcere di Bollate
Cabras ha iniziato a lavorare come guardia penitenziale all’interno del carcere di Bollate dal 2 dicembre 2000
Nella mattina di venerdì 12 giugno, al carcere di Bollate, Giuseppe Rizzani, delegato regionale dell'ordine costantiniano, ha consegnato la medaglia di benemerenza all'assistente capo Roberto Cabras, insieme alla direttrice del carcere Cosima Buccoliero. Il riconoscimento stato dato al poliziotto in quanto Cabras ha sempre seguito e supportato con grande professionalità l'iniziativa "Cucinare al fresco"
Medaglia di benemerenza per Cabras
Il corpo della Polizia Penitenziaria, direttamente e indirettamente, ha reso possibile la crescita e lo sviluppo dell'iniziativa "Cucinare al fresco", progetto che ha acquisito sempre più importanza nelle carceri italiane. Per questo motivo è stato consegnato il riconoscimento al poliziotto, in quanto Cabras ha sempre seguito e supportato con grande professionalità l'iniziativa che vede come protagonisti i detenuti coordinati da Arianna Augustoni, referente del progetto e volontaria impegnata negli istituti penitenziari. "Cucinare al fresco" è il laboratorio all'interno del quale i carcerati scrivono ricette utilizzando gli ingredienti e gli strumenti a loro disposizione. Il tutto viene poi pubblicato in magazine periodici e tematici. A oggi sono otto le pubblicazioni stampate in 100 copie e, per Natale, uscirà un volume edito dalla casa editrice l'Erudità.
L'assistente capo Roberto Cabras
Cabras vive a Desio e ha 49 anni, ha iniziato a lavorare come guardia penitenziale all’interno del carcere di Bollate da quando ha aperto, il 2 dicembre 2000. La politica del penitenziario prevede che per ogni tipologia di detenuti ci sia una risposta punitiva differente, bilanciando l'aspetto punitivo e quello rieducativo della pena, in un ventaglio di opzioni che va dal regime del «41 bis» all'alta sicurezza, al circuito dei detenuti comuni, e, infine, alla custodia attenuata per tossicodipendenti e per detenuti comuni non pericolosi socialmente e al lavoro all'esterno e misure alternative alla detenzione.
L’impegno dell’assistente capo è come coordinatore della manutenzione ordinaria. Con un team di 15 detenuti e 5 colleghi cercano di risolvere le problematiche tecniche della struttura interna del carcere e alcune strutture esterne, dove alcuni detenuti escono per lavorare.