Maltrattamenti all’asilo nido, a processo direttrice e maestre
Il gup Daniela Cardamone ha anche ammesso come parti civili i genitori di 22 bimbi, prima udienza il 14 maggio
Andranno a processo la ex direttrice e titolare dell'asilo nido «Baby in wonderland» di Vanzago e le 5 ex educatrici accusate di maltrattamenti aggravati nei confronti dei piccoli allievi, che dal marzo al giugno del 2022 sarebbero stati presi di mira con insulti e violenze fisiche e psichiche.
I genitori di 22 bambini ammessi dal Gup come parti civili
Lo ha deciso nel pomeriggio di mercoledì il gup Daniela Cardamone che ha anche ammesso come parti civili i genitori di 22 bimbi. Il dibattimento prenderà il via davanti alla quinta penale dei Tribunale il prossimo 14 maggio. Le sei indagate, infatti, furono denunciate da giovani stagiste dell’istituto Olivetti di Rho che, al termine delle settimane passate all’interno dell’asilo per ottenere i crediti dell’alternanza scuola-lavoro, hanno raccontato prima alle loro insegnati e al preside della scuola Emanuele Contu e successivamente ai carabinieri della Compagnia di Rho cosa avveniva all’interno dei due asili privati «Baby in wonderland».
Avrebbero preso i bimbi e li avrebbero sbattuti «per terra per farli stare seduti
Secondo il capo di imputazione, avrebbero preso i bimbi e li avrebbero sbattuti «per terra per farli stare seduti» e avrebbero lanciato contro di loro ciabatte, quadrotti di spugna, palline di plastica. In classe avrebbero urlato «usando un tono molto aggressivo» ed espressioni «scurrili», «disprezzandoli e umiliandoli». Inoltre, a causa del «sovrannumero dei bambini» per classe, erano in 30, sette in più rispetto a quanto autorizzato da Ats, quando arrivava l'ora del sonnellino, alcuni venivano messi a dormire nei lettini nella «stanza per la nanna», altri invece sarebbero stati sistemati nei bagni con le culle, e altri ancora sui materassi nel salone. I piccini, in alcuni casi, sarebbero stati lasciati piangere a senza essere calmati e consolati, anzi sarebbero stati sgridati e spaventati ancora di più.
Le indagate hanno sempre respinto le accuse
A un bambino di circa un anno una delle educatrici avrebbe sferrato in pieno volto una gomitata così forte da provocargli una ferita al labbro e tanto sangue. Le indagate, quando furono raggiunte dalla misura interdittiva, avevano respinto le accuse sostenendo che le denunce delle studentesse tirocinanti sarebbero state la risposta alle valutazioni negative ricevute al termine degli stage nell'asilo nido di Vanzago. Difese dall’avvocato Michele D'Agostino le insegnati tre residenti a Vanzago, una a Novate MIlanese, una a Milano e l’altra a Sedriano hanno sempre negato con forza tutti gli episodi a loro contestati.