"Mai avuto a che fare con spacciatori"
La comandante della Polizia Locale Lia Vismara, sentita in aula, trattiene a stento le lacrime.
La comandante della Polizia locale di Corbetta, Lia Vismara, è comparsa mercoledì 15 dicembre in aula per testimoniare nel processo in corso davanti alla quarta sezione penale (giudice Maria Pia Blanda) a carico di Salvatore Furci, ex capo dei vigili di Trezzano sul Naviglio imputato per detenzione di stupefacenti e calunnia aggravata perché accusato di aver cercato di incastrare la collega facendole piazzare della cocaina in auto.
Vismara: "Mai avuto a che fare con spacciatori"
Stando all’impianto accusatorio eretto dal pm Gianluca Prisco, in questo modo Furci si sarebbe vendicato del licenziamento subìto al termine del periodo di prova dal Comando di via Cattaneo e che è stato poi dichiarato «illegittimo» sia in primo che in secondo grado dai giudici del lavoro. Vismara, che si è costituita parte civile nel procedimento (le richieste dei Comuni di Corbetta e Trezzano erano state rigettate), si è dapprima sottoposta all’esame del pubblico ministero e poi ai controesami dei difensori di Furci, gli avvocati Paola Bonellie Gabriele Minniti, e del suo legale, l’avvocato Roberto Grittini, ripercorrendo in aula i duri momenti vissuti subito dopo il ritrovamento della droga piazzata all’interno della sua auto il 3 gennaio 2020.
E non è mancata nemmeno la commozione, tanto che Vismara ha faticato a trattenere le lacrime in alcuni passaggi di quella che l’avvocato Grittini ha definito un’«udienza forte, molto forte». La comandante, ricordando quei giorni, ha parlato di un «periodo molto difficile» in cui si è ritrovata suo malgrado al centro delle attenzioni della stampa, subendo anche «lo scherno dei cittadini». Vismara ha poi ribadito di non aver mai comprato né consumato cocaina (l’esame del capello dopo il ritrovamento diede infatti esito negativo) e di non aver «mai avuto a che fare con persone che spacciavano».
"Per due volte danneggiata la mia auto"
Infine, nel corso della sua deposizione, la teste ha ricordato alcuni spiacevoli episodi risalenti ai mesi precedenti: più precisamente all’aprile-maggio del 2019, quando il capo dei «ghisa» corbettesi ha presentato due denunce per danneggiamento perché degli ignoti avevano tentato di scassinare la serratura della sua auto, rompendole un vetro.
«Non sapevo che cosa stesse accadendo – ha detto – Chiesi aiuto al sindaco», Marco Ballarini. Per il presunto complotto ai danni della comandante, a fine ottobre era già stato condannato in primo grado in abbreviato a 3 anni e 4 mesi Mariglen Memushi, ritenuto complice di Furci. Il dibattimento per l’ex vigile (che a settembre è passato dal carcere ai domiciliari dopo oltre cinque mesi in cella) riprenderà invece il 12 gennaio 2022.