Lara Comi, lo stalker è tornato: "Sono preoccupata"
"Sembra non fermarsi davanti a niente e non conosce limiti, ma non mi arrendo, vado avanti con la battaglia".
Lara Comi, non c'è pace per l'euparlamentare.
Lara Comi teme che possa diventare aggressivo
Lo stalker di Lara Comi è tornato e l’europarlamentare ora teme che possa diventare aggressivo. Dalla sua app lancia un appello ai suoi sostenitori senza nascondere la sua preoccupazione. «Secondo voi cosa dovrei fare? Cosa mi consigliate?». E’ sfinita, ma non intende mollare. «Questa non è la battaglia di Lara Comi, l’europarlamentare, è la battaglia per tutte le donne che si trovano in situazioni come la mia. Per questo ho voluto condividere quello che sto vivendo con chi mi sostiene, il mio è un appello a metterci insieme».
Lo stalker non si arrende
Non si arrende Giovanni Bernardini, l’imprenditore di Jesolo di 48 anni. Anzi. Ha anche violato il provvedimento restrittivo. Ora è agli arresti domiciliari, è emerso nei giorni scorsi durante la prima udienza del processo nel tribunale di Busto Arsizio che lo vede imputato davanti al giudice Valeria Recaneschi. Udienza a cui però non ha partecipato, tuttavia nel frattempo ha proseguito con l’invio di messaggi sul profilo Facebook e sugli altri social network della vittima. «Due mesi in carcere e poi di nuovo libero. Continua nonostante gli arresti domiciliari - dice l’europarlamentare saronnese - Non so più cosa fare e cosa dire. Però so quante persone mi stanno vicino e mi sostengono. Continuerò questa battaglia perché le donne devono sentirsi ed essere libere. Ringrazio i magistrati per il lavoro fatto e per l’attenzione dimostrata, sembra un incubo senza fine». Ora nei confronti del 48enne c’è una nuova denuncia e a maggio riprende il processo.
"La mia battaglia continua"
L’europarlamentare è preoccupata. Preoccupazione che aumenta ora che deve iniziare la campagna elettorale in vista delle elezioni Europee. «Avrò moltissimi impegni e sarò spesso in mezzo alla gente - prosegue - Già adesso mi capita di guardarmi continuamente attorno per capire se è nascosto da qualche parte. Mi sta rendendo la vita impossibile, ho dovuto cambiare le mie abitudini, percorsi. Prima o poi finirà di stare a domiciliari. Ora sembra non accettare la negazione, ma quando e se lo capirà mi chiedo come potrà reagire. Fino a oggi non è mai stato aggressivo, ora parla di fedi nuziali e di matrimonio... ma non è detto che sentendosi rifiutato non reagisca diversamente. Ogni giorno la cronaca racconta di episodi drammatici. Sono molto preoccupata. Non è mai finita, sembra non fermarsi davanti a niente e non conosce limiti. Non so davvero fino a che punto potrà spingersi. Ma non mi arrendo, vado avanti con la battaglia, che non è solo mia ma quella di tante donne nella mia situazione».