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La povertà sotto gli occhi di tutti: il racconto di una famiglia che vive in condizioni «disumane» FOTO

Vivono vicino al centro di Rho senza riscaldamento, contando i giorni per avere il pacco alimentare in dono

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Una famiglia composta da madre, padre e tre figli minorenni vive in condizioni «disumane» tra muffa, infiltrazioni di acqua, cellophane al posto dei vetri e acqua calda solo in bagno.

La povertà sotto gli occhi di tutti

A pochi passi da piazza San Vittore a Rho, a meno di dieci metri da una via Matteotti piena di luminarie e di gente che, nonostante le restrizioni del Covid, cerca il regalo più bello da mettere sotto l’albero di Natale, c’è una famiglia che non solo non riesce ad arrivare alla fine del mese, ma vive in una situazione disumana sotto ogni punto di vista. «Siamo in cinque, io mio marito e tre figli, uno di 16 anni, una di 14 e il piccolo di 8 anni - racconta la mamma - Viviamo in una piccola casa di corte senza riscaldamento, con l’acqua calda solamente nel bagno, con il cellophan al posto dei vetri delle finestre e con gli scarafaggi che camminano per casa senza problemi. Ma non solo: ogni volta che andiamo a letto la sera speriamo sempre che non piova visto che quando piove, come in questi giorni, l’acqua scende sulle nostre teste».
Originari di Lainate la donna e il marito hanno abitato fino a due anni fa in un comune in provincia di Bergamo. «Quando per cause di forza maggiore siamo stati costretti a tornare in zona abbiamo scelto Rho - ha proseguito - L’unica casa che abbiamo trovato, in base alle nostre possibilità economiche è stata questa. Il nostro Isee è praticamente pari a zero. Io faccio lavoretti saltuari mentre mio marito non riesce a trovare un lavoro a causa del diabete, tipo 2. Nessuna azienda vuole affidargli nulla. Faceva il magazziniere in una ditta di Milano, ma poi il titolare ha dichiarato fallimento, è scappato a Capo Verde e da li sono iniziati i nostri problemi, il trasferimento a Bergamo dove ci era stato promesso un lavoro che non è mai arrivato e poi il ritorno a Rho».
Una situazione delicatissima quella della famiglia rhodense. «Non riesco più a guardare in faccia i miei figli, mi vergogno, sopratutto in questo periodo di Natale quando tutti riceveranno i regali mentre il nostro sarà un Natale molto triste».
Per mettere qualcosa a tavola la donna si reca una volta la settimana in via Cadorna per prendere il pacco con latte e formaggio e ogni due settimane alla Caritas in piazza dove gli viene consegnato un pacco alimentare con pasta, sugo e scatolame.
Alimenti che la donna cucina su un fornello attaccato a una bombola a gas posizionata vicino a fili elettrici penzolanti. «Per cercare di riscaldarci usiamo una piccola stufetta elettrica, ma dobbiamo stare attenti - ha rimarcato la donna - Siamo, infatti, indietro con le bollette Enel di circa 800 euro e viviamo ogni giorno con la speranza che non ci taglino anche la corrente». Una famiglia che sta facendo di tutto per rimanere unita per non farsi dividere. Una famiglia che spera che qualcuno possa davvero darle una mano e magari trovare sotto l’albero di Natale un alloggio decente dove poter vivere e dove far crescere i propri figli che passeranno un Natale guardano i regali, che non potranno avere, nelle vetrine del centro che, ironia della sorte, sono distanti solo pochissimi metri dalla loro casa.

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