L'iniziativa

"La Dad non è scuola": la protesta dei genitori

La protesta delle famiglie davanti alle Manzoni di Parabiago contro la Dad e per chiedere il rientro in sicurezza a scuola.

"La Dad non è scuola": la protesta dei genitori
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"La Dad non è scuola", "Giù le mani dalla scuola", "La mia casa non è la scuola": questi alcuni dei cartelli affissi davanti all'entrata delle primarie Manzoni a Parabiago.

"La Dad non è scuola": la protesta davanti alle Manzoni

Genitori e alunni delle scuole primarie Manzoni e dell'intero Istituto Comprensivo di Parabiago si sono dati appuntamento nel pomeriggio di oggi, domenica 28 marzo 2021, per protestare contro la chiusura delle scuole e la decisione di prolungare la Didattica a distanza. Una protesta che era già partita nelle scorse settimane, ma che oggi ha coinvolto diverse famiglie e che ha visto l'intervento anche del sindaco Raffaele Cucchi.

Le parole dei genitori

Tanti i cartelloni affissi al cancello chiuso delle primarie Manzoni contro la didattica a distanza e che riportavano anche gli articoli della Costitutzione che sanciscono il diritto all'istruzione e alla salute. Di fianco a questi tanti palloncini colorati e i nomi dei bambini, a simboleggiare la loro voglia di tornare a fare lezione in classe insieme ai loro compagni.

A spiegare la decisione di organizzare questa manifestazione una delle organizzatrici, Francesca:

"Grazie ai tanti genitori venuti a dare il loro contributo e grazie al sindaco per la sua presenza. Chiediamo a chi governa dall'alto il sistema scolastico di ascoltare le voci dei bambini e dei ragazzi, oltre a provare a capire i molti problemi noti della Dad. Gli studenti, ormai da tempo, non hanno più socialità e le disparità, anche a livello di istruzione, aumentano. Il nostro pensiero va poi agli studenti delle superiori che hanno pagato anche loro il prezzo della pandemia".

Le parole del sindaco

Ha continuato poi il primo cittadino Cucchi:

"Ringrazio i genitori delle Manzoni che hanno portato l'attenzione su un problema sentito da tante famiglie. Come Amministrazione abbiamo investito molto per garantire il rientro in sicurezza dei ragazzi; ci dispiace che questi lavori, fatti insieme ai dirigenti scolastici, non siano stati tenuti conto da chi governa. Se le scuole rispettano le norme e le carattiristiche previste, si dovrebbe dare la possibilità agli studenti di frequentare anche in zona rossa. La loro è un'età particolare, importante e passare il tempo coi compagni e con le insegnanti è fondamentale".

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