«La Chiesa di Rho apre le braccia» per accogliere chi scappa dalla guerra
Il prevosto don Gianluigi Frova: «Abbiamo creato una rete importante sono commosso dai tanti aiuti»
Anche gli oratori si stanno attivando per ospitare i più piccoli e farli divertire con giochi e tornei sportivi
Una rete di aiuti in stretta collaborazione con Comune e Sercop
La Chiesa di Rho «Apre le braccia» e accoglie i profughi dell’Ucraina che scappano dalla guerra. Profughi che nei giorni scorsi hanno iniziato ad arrivare in città ospiti di casa Betel la struttura situata al primo piano dell’oratorio San Carlo. Stretta collaborazione tra le parrocchie di Rho il Comune e Sercop come confermato da don Gianluigi Frova prevosto della città. «Le forze scese in campo sono davvero tante, abbiamo creato una rete di collaborazione importante - afferma don Gianluigi - I progetti di prima accoglienza vengono realizzati attraverso Sercop che si occupa della parte amministrativa e dell’assegnazione dei profughi ai luoghi di accoglienza. Anche le prime famiglie arrivate nella casa dell’oratorio San Carlo sono state inviate da Sercop.
Casa Betel sta già ospitando le prime famiglie
Casa Betel è una soluzione temporanea in attesa di trovare una sistemazione idonea.» Una rete attiva che sta già dando importanti risultati. «La cosa di cui vado maggiormente fiero è quella di essere riusciti, come Chiesa di Rho a mettere in moto una macchina di raccolta distribuzione di cibo e materiale in tre Hub Caritas della città, il primo in largo don Rusconi, il secondo presso la parrocchia di Mazzo (chiesa Nuova) il terzo al Centro di solidarietà».
Aiuti ai profughi ma anche alle famiglie che li ospitano
Una macchina di raccolta e distribuzione realizzata anche grazie all’ aiuto di semplici cittadini che stanno donando tanto. «Ilcibo e il materiale vario portato negli Hub non è solo per i profughi ma anche per le famiglie che li ospitano, famiglie che possono chiedere ai responsabili quello che hanno bisogno.» Per chi vuole mandare offerte, invece è stato aperto un conto corrente dalla Caritas ambrosiana. «Tornando alla reltà di Rho - prosegue don Gianluigi - anche la mensa Caritas e l’emporio stanno aiutando queste famiglie che arrivano senza nulla».
Non solo cibo e aiuti economici anche corsi di musica e di Italiano
Una grande risposta di sensibilizzazione quella dei volontari del terzo settore. «Non solo cibo e aiuti materiali, gli oratori della città si stanno preparando per accogliere i bambini ucraini in modo da farli sentire a casa. L’istituto Rusconi sta organizzato corsi musicali mentre all’oratorio San Pietro e nella sede di Portofranco si stanno organizzando corsi di lingua. Da ultimo ma non ultimo - conclude don Frova - la preghiera insieme a loro, per loro che sono in Italia e per i loro parenti rimasti nelle zone di guerra».