Infermieri contagiati nonostante il vaccino: "Servono indagini specifiche"
Antonio De Palma, Presidente del Nursing Up, Sindacato Nazionale Infermieri, chiede al Ministero della Salute, in tempi brevi, l’avvio di uno studio specifico per comprendere la reale copertura dei vaccini anti-Covid.
«Il caso del focolaio da variante inglese esploso nell’ospedale di Abbiategrasso ci pone di fronte all’avvenuto contagio di ben sette colleghi che erano già stati sottoposti alla seconda somministrazione di Pfizer. Ci sorprende e ci preoccupa, poi, il fatto che solo uno di questi professionisti lavorava in un’area Covid». Antonio De Palma, Presidente del Nursing Up, Sindacato Nazionale Infermieri, chiede al Ministero della Salute, in tempi brevi, l’avvio di uno studio specifico per comprendere la reale copertura dei vaccini anti-Covid.
Infermieri contagiati nonostante il vaccino: "Servono indagini"
"Non ci basta che venga affidata alla mera casistica la spiegazione di vicende gravi e allarmanti come questa. Di fronte a casi di tal genere la scienza deve mobilitarsi - afferma De Palma - Non possiamo certo rimanere impassibili di fronte a episodi come questo. Qui si parla di gente che si ammala di Covid addirittura a distanza di mesi dalla seconda somministrazione. Non possiamo permettere, senza prima tentare ogni possibile strada per evitarlo, che un infermiere già vaccinato si infetti, dando per scontato che non subirà gravi conseguenze dall’aver contratto il virus, e soprattutto non possiamo accettare sommessamente che diventi a sua volta un rischio involontario per i soggetti con cui viene a contatto, siano essi familiari, colleghi o pazienti".
"E' un campanello d'allarme serio"
"Sette nuovi casi tra operatori già vaccinati, tutti appartenenti al medesimo ospedale rappresentano, un campanello di allarme serio e non lo si può considerare di certo come se si trattasse di sette casi riscontrati tra cittadini vaccinati in diverse regioni".
Le domande allo Stato
Secondo il sindacato, c'è qualcosa che non convince e quindi chiede: "A che punto siamo con gli studi? Siamo in grado di dimostrare che le percentuali di persone che si re-infettano rientrano negli standard indicati dalle case produttrici e che i livelli percentuali di immunizzazione e copertura post vaccinale sono uniformi? Alla luce dei tanti casi di operatori sanitari re-infettati, è possibile supporre che l'efficacia del prodotto possa dipendere "in modo determinante" dalle variabili ambientali in cui il soggetto si trova ad operare? Oppure, ma questa è solo un'altra domanda che poniamo a noi stessi ed alla collettività scientifica, può la reale efficacia del vaccino dipendere in maniera tanto importante dalla estrema variabilità della risposta immunitaria del singolo organismo che lo riceve? A tutte queste domande lo Stato deve rispondere. E ci aspettiamo risposte tempestive dal Ministro della Salute Speranza, perché proteggere i nostri infermieri e gli altri operatori sanitari è necessario, se si vuole tutelare la salute di tutta la collettività".