la tragedia del 2019

Incidente mortale sul lavoro: quattro imputati a processo

Trasportato in elicottero al Niguarda di Milano, il lavoratore, residente a Ghisalba, in provincia di Bergamo, era purtroppo deceduto

Incidente mortale sul lavoro: quattro imputati a processo
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Quattro imputati di concorso in omicidio colposo, tra cui un uomo di Albairate, comparsi nei giorni scorsi davanti al giudice del Tribunale di Monza Guglielmo Gussoni, per la morte dell'operaio cinquantenne, Flavio Bani, caduto da un'altezza di circa quattro metri, a seguito della quale aveva riportato un trauma cranico che purtroppo si era rivelato fatale.

Incidente mortale sul lavoro: quattro imputati

Il fatto risale a febbraio 2019: trasportato in elicottero al Niguarda di Milano, il lavoratore, residente a Ghisalba, in provincia di Bergamo, era purtroppo deceduto per la gravità dei traumi riportati. L’uomo era impegnato nel cantiere per la costruzione dell’Istituto Auxologico di Meda, per conto di una ditta del milanese, ed era caduto mentre si trovava su una scala, per effettuare lavori sulla copertura dell’edificio. Al processo si sono costituiti parte civile la moglie cinquantacinquenne, e i due figli di 26 e 18 anni.

Gli imputati a processo

Dell’accusa, sostenuta dal pubblico ministero Vincenzo Fiorillo, devono rispondere l’amministratore unico della società affidataria dei lavori nel cantiere edile per la realizzazione del centro sanitario, un milanese 44enne, il direttore tecnico del cantiere appartenente alla compagnie affidataria dell’opera originario di Albairate, che aveva subappaltato alcuni interventi ad un’altra impresa edile la quale, a sua volta aveva subappaltato ulteriormente alla srl, di cui l’operaio era dipendente.

Imperizia e negligenza

In relazione a questi subappalti sono finiti sotto processo il titolare (51enne) e l’amministratore unico delle due società (64 anni). Gli ultimi due residenti in provincia di Brescia. Secondo le contestazioni della procura brianzola, a carico degli imputati si ravvisano profili di responsabilità penale, per imperizia e negligenza, oltre che per la violazione della normativa per la prevenzione degli infortuni sul lavoro in relazione alla circostanza di «non avere adeguatamente assicurato o trattenuto la scala utilizzata dal lavoratore, non adottando tutte le precauzioni necessarie per garantirne la stabilità».

Non solo, viene contestato loro di «non avere attuato quanto disposto dal Piano di sicurezza e coordinamento in materia di rischio di caduta dall’alto», che avrebbe previsto, per quell’intervento, «l’utilizzo di un trabattello».

Gli imputati contestano l’impianto accusatorio, e si professano innocenti. Il processo dovrebbe entrare nel vivo a marzo, mese in cui è stata fissata la prossima udienza.

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