In ospedale per la dialisi: caduta dalla barella
La figlia: «Per giorni hanno sminuito l’accaduto, l’errore umano può capitare ma negarlo no»
In ospedale per la dialisi: caduta dalla barella
Caduta, barella
La caduta in ospedale
Cade dalla barella mentre viene trasportata all’ospedale per la dialisi: la famiglia viene informata solo dopo ore, quando le conseguenze dei traumi sull’anziana donna hanno costretto a chiamare il 118. A denunciare l’accaduto è Tita Crespi, figlia di Miranda Veva, 86 anni, residente a Gorla Maggiore, che da anni viene trasportata a sottoporsi al trattamento di dialisi e poi riportata a casa.
Riportata a casa, la famiglia chiama il 118
Questa volta però qualcosa non è andato come doveva: «Alle 8 del mattino mia mamma è stata accidentalmente fatta cadere dalla barella, nello spostarla sul letto di dialisi. Tutto questo è avvenuto in ospedale a Busto, alla presenza di due barellieri, un medico e un infermiere che hanno provato a frenare la scivolata, senza riuscirci. Mia mamma mi ha chiamata poco dopo dicendomi quel che era successo e lamentando dolori alle ginocchia e ovunque. Mi sono fatta passare l’infermiera che ha sminuito, definendola una leggera scivolata con il sedere. E così, senza cure e senza scuse, me l’hanno riportata a casa come nulla fosse. Peccato che poi sia uscito un esteso ematoma e che il dolore persisteva, così alle 13 ho dovuto chiamare il 118».
Ricoverata dopo giorni
«L’hanno ricoverata sabato, dopo 10 giorni dalla caduta per le complicazioni subentrate. A forza di gridare adesso me la stanno curando, ma mia madre sta male. Può succedere, anche se non dovrebbe, l’errore umano. Ma non avvisare i parenti e negare la gravità dell’accaduto, rispedendola a casa senza neppure medicarla, è un fatto che mi indigna e che deve avere giustizia».
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