“Impronta fatale”, arrestata “batteria” di rapinatori

"Impronta fatale", arrestata "batteria" di rapinatori. Dall'inizio dell'anno cinque i colpi a sale gioco e farmacie tra la Brianza, Milano e l'hinterland

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“Impronta fatale”, arrestata “batteria” di rapinatori. Questa mattina nella sede del Comando provinciale dei Carabinieri di Monza è stata illustrata l’operazione che ha portato all’arresto di sette rapinatori che dall’inizio dell’anno si erano resi responsabili di cinque colpi o tentati colpi a sale gioco e farmacie tra la Brianza, Milano e l’hinterland. La “batteria” era dedita a rapine per comprarsi droga. Il bottino di questi mesi ammontava complessivamente a circa 8mila euro. Le indagini sono state condotte dalla Compagnia di Desio e sono state illustrate dal maggiore Mansueto Cosentino, comandante della Compagnia, e da Francesco Lionello comandante del Nucleo Radiomobile della Compagnia.

Impronta fatale, i colpi

Il primo colpo che ha dato il via all’indagine di “Impronta fatale” risale a gennaio, in una sala gioco a Bovisio sulla Monza-Saronno per un bottino di 3mila euro. Poi il 2 febbraio a Garbagnate Milanese una tentata rapina ai danni sempre di una sala gioco, ma in quella occasione il responsabile era riuscito a chiudersi dentro un “gabbiotto” di sicurezza e i rapinatori si erano dati alla fuga. Meglio gli era andata in quello stesso giorno in una sala gioco ricevitoria di Baranzate dove avevano portato via 5mila euro dopo aver tagliato la giacca al responsabile con un taglierino. Poi ancora un tentativo di rapina a una farmacia di Garbagnate il 18 febbraio e un colpo in una farmacia di Milano dove furono arrestati  i primi tre componenti della batteria

Impronta fatale, l’inizio delle indagini

In realtà i carabinieri avevano messo il fiato sul collo ai malviventi fin dal primo colpo nella sala gioco di Bovisio. Lì infatti, uno dei rapinatori aveva inciampato ferendosi contro un vetro e appoggiando la mano su un tavolo aveva lasciato la sua impronta fatale intrisa di sangue. Di fatto un indizio fondamentale, dal momento che dopo i controlli con la banca data della Polizia di Stato, l’impronta corrispondeva a quella di un 30enne pregiudicato di Lodi Vecchio. Nella fattispecie, la persona che, insieme a un cugino, faceva un po’ da capo al gruppo.

Impronta fatale, la fine delle indagini e gli ultimi arresti

L’indagine di “Impronta fatale” iniziata dopo il colpo di Bovisio si è chiusa nei giorni scorsi con gli ultimi arresti. La banda agiva in tre persone: due entravano in azione, una terza faceva il “palo”. I rapinatori effettuavano i loro colpi con passamontagna, cappellini, sciarpe, cappellini e taglierino. A loro sono anche contestati i reati di cessione di stupefacenti e di cessione illegale di armi da fuoco. Sei di loro si trovano in carcere, uno ai domiciliari. Si tratta di una persona che, in cambio di soldi e cocaina, metteva a disposizione la propria auto, un’Alfa 147, ai rapinatori. Gli arrestati di “Impronta fatale”, tutti pregiudicati e italiani, risiedono a Milano, Lodi Vecchio, Bollate, Baranzate, Abbiategrasso, Sant’Angelo Lodigiano e Pieve Fissiraga.

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