Il primario Sarro condannato per corruzione e turbativa d'asta
L'ex primario dell'ospedale Fernaroli di Magenta era stato arrestato nel marzo del 2021. Prevista anche l'interdizione perpetua dai pubblici uffici
Giuliano Sarro ex primario di Chirurgia al Fornaroli di Magenta è stato condannato ieri, 27 gennaio 2022, a 2 anni e 10 mesi per i reati di corruzione e turbativa d'asta. Oltre all'interdizione perpetua dai pubblici uffici
La decisione del giudice
Condannato a 2 anni e 10 mesi. Questa la decisione del giudice Daniela Cardamone all'esito del giudizio abbreviato dove ha accolto le richieste di pena del pm Giovanni Polizzi. L'ex primario è stato anche condannato al pagamento di una somma di 30mila euro a favore dell'Asst Ovest Milanese che si era costituita parte civile del procedimento. Il giudice ha anche deciso per l'interdizione perpetua dai pubblici uffici.
L'arresto nel 2021
Giuliano Sarro, primario di Chirurgia al Fornaroli, era stato arrestato dai Finanzieri del Comando Provinciale di Milano venerdì 5 marzo 2021. I militari avevano proceduto all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal G.ip del Tribunale di Milano, Livio Antonello Cristofano. Secondo quanto ipotizzato dall'accusa, il medico in cambio dell'assunzione del figlio Alessandro alla Applied, avrebbe incrementato gli ordinativi da parte della struttura sanitaria. Al centro dell’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e dal pm Giovanni Polizzi, ci sarebbe un lotto per la fornitura quinquennale in comodato d’uso gratuito di un «sistema bipolare per la sintesi dei vasi utilizzato per chirurgia del fegato, della tiroide del paziente obeso (…) e chirurgia del colon» e per l’acquisto del «relativo materiale di consumo» assegnato alla Applied il 19 novembre del 2019 con la determinazione numero 2632 dell’ufficio Acquisti e Appalti dell’Asst.
La richiesta del rito abbreviato
Sarro aveva chiesto il rito alternativo, che prevede uno sconto automatico di un terzo della pena in caso di condanna e un processo «allo stato degli atti»: una misura che era stata avanzata dal suo legale, l’avvocato Angela Maria Odescalchi, lunedì mattina allo scadere dei termini dopo che il gip di Milano Livio Cristofano aveva già accolto l'istanza di giudizio immediato proposta dalla Procura.