«Il papa scomunichi i preti cacciatori»
PREGNANA - «In Italia ci sono oltre 230 preti che praticano attivamente la caccia, e che quindi imbracciano il fucile e vanno per boschi a sparare (e uccidere) gli animali». Lo dichiara il pregnanese Lorenzo Croce, presidente dell'Aidaa (Associazione italiana difesa animali e ambiente), che rivolge un appello a Papa Francesco affinché scomunichi i sacerdoti che indulgono a una «pratica vergognosa che si basa sulla violenza e sulla morte, quindi in netto contrasto con i principi di amore dettati dal cristianesimo».
«In particolare - prosegue Croce - la caccia preferita dai preti è quella al cinghiale o al fagiano, ma non disdegnano di sparare ed ammazzare anche lepri e varie specie di uccelli. Ognuno di questi preti (la maggioranza dei quali è concentrata in regioni quali il Piemonte, il Veneto, ma se ne contano anche in Umbria, Toscana ed Emilia) possiede diversi fucili che sicuramente non sono strumento di pace e amore, ma di odio e morte per altre specie viventi».
Da qui la decisione del presidente di Aidaa di scrivere una lettera aperta a Papa Francesco: dopo averlo messo al corrente della situazione e del fatto che «molti di questi preti sono incoraggiati anche dai loro vescovi i quali loro stessi partecipano spesso e volentieri ai banchetti nelle canoniche a base di cadaveri di animali uccisi», Croce lo invita a richiamarli «a una vita di amore per la natura e per gli animali».
Croce infine invita il Papa che si richiama al nome di Francesco, il santo di assisi considerato protettore di tutti gli animali, a «scomunicare i preti che praticano la caccia».