Il maniaco del distributore è in carcere: è un 35enne che abitava nel Legnanese
La Polizia è arrivata a lui grazie al Dna, dopo una lunga indagine dei commissariati di Busto Arsizio e Legnano.
Il maniaco del distributore è stato finalmente identificato.
Il maniaco del distributore è un 35enne italiano pregiudicato
Nella mattinata di lunedì 22 luglio 2019, la Polizia di Stato ha eseguito un'ordinanza di custodia caitelare in carcere nei confronti di un 35enne italiano, già noto alle forze dell'ordine, responsabile di rapina, sequestro di persona, violenza sessuale e lesioni ai danni di quattro donne. Sarebbe il responsabile della tentata violenza sessuale ai danni di una donna che si era fermata a un distributore di benzina di Busto Arsizio, nella frazione di Borsano, lo scorso gennaio, e di tre episodi analoghi avvenuti a Castellanza, Parabiago e Villa Cortese. L'uomo si trova ora in una cella del carcere bustocco.
La tentata violenza a Busto Arsizio
L'attività di indagine è stata avviata dagli agenti della Squadra investigativa del Commissariato di Busto Arsizio a inizio anno quando una donna, fermatasi a fare rifornimento di carburante in un distributore cittadino, è stata sorpresa da un uomo con
passamontagna e guanti in lattice che, salito velocemente a bordo dell'auto della donna, l'ha afferrata per i capelli, intimandole di allontanarsi da quel luogo perché ricercato dalla Polizia. Giunti in uno sterrato isolato, dopo che l'uomo l'aveva costretta a baciarlo, la donna è riuscita a divincolarsi e a fuggire, chiedendo l'aiuto dei poliziotti della volante che transitava nel corso del controllo del territorio, mentre l'uomo si dileguava nelle vicine zone boschive.
La Scientifica è risalita a lui grazie a frammenti dei guanti che indossava
I rilievi tecnici effettuati all'interno dell'automobile della donna dagli agenti della Polizia scientifica del Commissariato hanno permesso di repertare alcuni frammenti dei guanti in lattice indossati dall'aggressore. Le analisi del Gabinetto di Polizia scientifica di Milano hanno poi consentito di isolare il profilo genetico di un soggetto di sesso maschile. Fondamentale e proficuo per l'attività di indagine è stato lo scambio di informazioni avuto con gli agenti del Commissariato di Legnano, i quali erano a conoscenza di un altro episodio simile, consumato in aprile nel territorio di competenza legnanese.
Agiva lungo il perimetro del Parco Alto Milanese
Lo spunto investigativo, che ha visto la stretta collaborazione dei due commissariati, ha avuto origine dal fatto che le scene
del crimine hanno interessato il perimetro del Parco Alto Milanese, restringendo così i sospetti nei confronti di un 35enne italiano, residente dapprima nel Legnanese, quando era sottoposto a libertà vigilata, e successivamente trasferitosi a Milano. L'uomo, in entrambi gli eventi delittuosi oggetto d'indagine, aveva stabilito la propria residenza proprio nei pressi delle due scene del crimine. Anche in questo secondo episodio l'aggressore aveva agito con passamontagna e guanti in lattice, scegliendo un distributore di benzina quale luogo per aggredire una donna sopraggiunta da sola in auto per fare rifornimento. Medesimo anche il modus operandi: la vittima è stata, infatti, anche in questo caso, costretta dal malvivente ad allontanarsi in zona più riparata, per poi subire abusi.
Identificato grazie al Dna
A seguito dei fatti accertati, gli investigatori hanno inoltrato al pubblico ministero una richiesta di prelievo dei dati genetici del sospettato, già ristretto in carcere per altri reati. Grazie alla rapida e approfondita attività tecnica effettuata dal Gabinetto regionale di Polizia scientifica di Milano, la comparazione tra profilo genetico dell'indiziato con quello isolato sul reperto rinvenuto sulla scena del crimine bustocca, ha fornito la certezza della corrispondenza tra i due Dna, confermando quindi l'ipotesi investigativa dei poliziotti di Busto e Legnano, e rendendo vane le precauzioni adottate dal malvivente per nascondere la propria identità.
Gli inquirenti lo ritengono responsabile di altri tre episodi analoghi
Gli elementi acquisiti hanno permesso infine di addebitare al 35enne ulteriori tre episodi analoghi consumati nelle città di Castellanza, Parabiago e Villa Cortese, aggravando la responsabilità penale del soggetto, e facendo emergere la serialità del comportamento.