The Caucasian Job

Traffico di documenti falsi: uno dei depositi era a Pogliano Milanese

Arresta sette persone a Milano e in Lombardia.

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Migliaia di documenti falsi anche per l'attentatore di Vienna e per foreign fighters: la Polizia di Stato arresta sette persone a Milano e in Lombardia.

Traffico di documenti falsi: uno dei depositi era a Pogliano Milanese

La Polizia di Stato ha eseguito a Milano ed in altre città della Lombardia, sette misure restrittive della libertà personale, a carico di un cittadino russo di etnia cecena e sei cittadini ucraini, e due perquisizioni personali. I destinatari dell'ordinanza sono tutti  ritenuti a vario titolo membri di un'organizzazione transnazionale dedita al traffico di documenti falsi e contraffatti  in area Schengen e in area balcanica.

Le misure sono state eseguite dai poliziotti della Digos di Milano - Sezione Antiterrorismo, in collaborazione con la Direzione  Centrale Polizia di Prevenzione - Servizio per il Contrasto all'Estremismo e Terrorismo Esterno e con il personale dell'Ectc - European  Counter Terrorism Centre di Europol , al termine di un'attività investigativa coordinata dal capo della Sezione Distrettuale  Antiterrorismo della Procura di Milano Alberto Nobili e dai P.M. Paola Pirotta e Enrico Pavone.

Contestualmente, la Guardia di Finanza ha in corso attività di perquisizione e acquisizione in merito ad alcune significative anomalie  nei trasferimenti di denaro, emerse all'esito dell'attivazione di procedure di collaborazione internazionale, richieste ai principali  Istituti di pagamento comunitari, nonché di accertamenti bancari, che hanno consentito di ricostruire capillarmente l'operatività finanziaria dei principali target dell'attività di indagine, individuando flussi di denaro, in entrata e in uscita dal territorio
nazionale, per circa 250mila euro. In particolare, in stretta sinergia con l'Unità di Informazione finanziaria e con le Financial Intelligence Units estere, sono state analizzate circa 5mila transazioni, oggetto di segnalazioni di operazioni sospette, poste in  essere in 60 differenti Stati, compresa l'Italia, da circa duemila soggetti.

L'operazione, denominata The Caucasian Job, nasce dagli approfondimenti avviati a seguito di un'operazione antiterrorismo condotta nel dicembre 2019 dalle autorità austriache su una possibile pianificazione di attentati in Europa: tra le utenze estrapolate dal telefono  di un cittadino arrestato in Austria era, infatti, emersa una numerazione italiana risultata in uso al 35enne ceceno T.A., richiedente  asilo in Italia e domiciliato nella provincia di Varese, collegata a un sito internet e ad account Instagram dove si pubblicizzava la produzione e la vendita di documenti contraffatti.

Un primo importante riscontro, confermativo dell'importanza della figura del ceceno, si è avuta all'indomani dell'attentato  terroristico del 2 novembre 2020 a Vienna quando è stato individuato un suo contatto con il 30enne kosovaro Heset Musa che aveva fatto  da intermediario per la produzione di un documento falso destinato all'attentatore, il 21enne austriaco di origine macedone Kujtim  Fejzulai. All'esito di una perquisizione domiciliare T.A. è stato, pertanto, arrestato per possesso e fabbricazione di documenti falsi  in concorso.
V. Z. controllava i corrieri ucraini ed era titolare di un servizio di trasporto internazionale per persone e pacchi tra l’Ucraina e l’Italianternazionaler. V.Z. aveva inoltre un deposito a Pogliano Milanese.

Lo sviluppo e l'analisi del materiale sequestrato ha messo in luce l'esistenza di una vera e propria organizzazione criminale di  carattere transnazionale, costituita dagli odierni destinatari delle misure, che, tra la fine del 2018 e l'inizio di quest'anno, ha  venduto in tutta Europa oltre mille documenti falsi, alcuni dei quali intestati a stranieri già segnalati, in ambito di cooperazione  internazionale, per il loro collegamento con il fenomeno dei foreign fighters. Tra le numerose commesse ricevute - estrapolate al  momento dalle oltre 100mila chat individuate nei device sequestrati - c'era anche quella relativa al documento destinato  all'attentatore di Vienna, motivo per il quale il ceceno è stato indagato per associazione con finalità di terrorismo.

La stretta collaborazione giudiziaria tra la Procura di Milano con e gli omologhi austriaci ha poi consentito, nel dicembre scorso,  l'arresto in quel Paese del citato Musa per i suoi legami con l'attentatore Fejzulai.

L'inchiesta ha consentito di ricostruire l'intera organizzazione, con base in Ucraina, accertando le responsabilità dei 7 arrestati  che, a diverso titolo, contribuivano alla progettualità delittuosa che si sviluppava attraverso un meccanismo semplice ma collaudato: l'interessato contattava, telefonicamente o via web, i procacciatori dell'organizzazione, indicando la tipologia del documento; una volta avuta la conferma del pagamento tramite agenzie di trasferimento di denaro , i documenti prodotti dall'Ucraina
venivano trasportati in Italia e consegnati agli intermediari; i documenti venivano, quindi, spediti attraverso i vettori ordinari al destinatario finale.

L'attività investigativa della Polizia di Stato prosegue per ricostruire l'intera filiera che ha beneficiato della falsa documentazione anche al fine di accertarne l'illecito utilizzo da parte di elementi riconducibili al terrorismo internazionale.

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