Scoppia il caso

Docenti contro i Bersaglieri, bufera al liceo Bramante: la politica insorge e il preside si dissocia

Un gruppo di insegnanti aveva inviato una lettera al ministro Valditara in dissenso contro il protocollo d'intesa siglato tra quest'ultimo e l'Associazione Nazionale Bersaglieri

Docenti contro i Bersaglieri, bufera al liceo Bramante: la politica insorge e il preside si dissocia
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Ha scatenato un vero e proprio tornado di proteste la presa di posizione di un gruppo di docenti del liceo Bramante di Magenta, che nei giorni scorsi hanno espresso le proprie critiche verso il protocollo d'intesa firmato a inizio febbraio tra il ministero dell'Istruzione e l'Associazione Nazionale Bersaglieri. Un dissenso, quello degli insegnanti, che si è tradotto in una lettera inviata direttamente al ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara ma che, come prevedibile, ha anche fatto insorgere una buona fetta della politica magentina.

Docenti contro i Bersaglieri, al Bramante scoppia il caso

Nella lettera, il gruppo di professori e professoresse riporta le finalità del suddetto protocollo d'intesa, che comprendono la promozione della storia risorgimentale italiana, del rispetto per lo Stato e della convivenza tra popoli, e pur non criticando nello specifico tali dettami precisano come questi sarebbero a loro dire "perseguiti attraverso l'appoggio a un'associazione che si discosta fortemente da essi".

Il riferimento è ovviamente all'Associazione Nazionale Bersaglieri, diretta espressione del corpo di fanteria dell'esercito nato nel 1836 su proposta del generale Alessandro La Marmora, il quale ebbe all'epoca il compito di definire anche il decalogo valoriale del corpo; vale a dire "obbedienza, rispetto, conoscenza assoluta della propria arma, molto addestramento, ginnastica di ogni genere sino alla frenesia, cameratismo, sentimento della famiglia, rispetto alle leggi e onore al Capo dello Stato, onore alla Patria e fiducia in sé stessi sino alla presunzione".

Propositi valoriali analizzati punto per punto e nella cui maggior parte i docenti bramantini firmatari della lettera dichiarano di non riconoscersi oltre a non riconoscere "il senso del lavoro educativo che stiamo svolgendo proprio nel rispetto dei valori della Costituzione, che divergono fortemente da quelli fondanti dell'Associazione Nazionale Bersaglieri".

Proprio per questi motivi gli insegnanti affermano di non accogliere con favore "la firma di questo protocollo d'intesa" sentendosi autorizzati, nelle loro scelte didattiche "a diffondere i valori di un'educazione civica differente, basata davvero sul rispetto delle diversità, sull'incontro tra cultura diverse, profondamente fiduciosi nella possibilità di contrastare ogni forma di violenza e di sopraffazione, anche quelle più nascoste".

Il preside Cimmino: "Esprimo dissociazione e dissenso"

All'indomani della bufera mediatica è stata netta la presa di distanze della scuola dal contenuto della lettera dei docenti. Lo stesso dirigente scolastico del Bramente, Felice Cimmino, ha espresso quando segue:

"Totale dissociazione e dissenso nei confronti di un'iniziativa autonoma e personale promossa da alcuni docenti del lice Bramante, che senza alcuna discussione, confronto o condivisione nei contesti istituzionali della scuola hanno diffuso sulla stampa nazionale delle proprie convinzioni personali coinvolgendo il nome del lice Bramante. Il liceo non centra nulla con i contenuti di quella lettera, tutte le attività che si svolgono e si svolgeranno nella scuola lo sono a seguito di decisioni assunte in maniera democratica attraverso la discussione, la condivisione e il confronto negli organi collegiali della scuola. Il dirigente scolastico precisa che di quella lettera non ha avuto contezza fino al pomeriggio di giovedì 29 maggio, mai riscontrata anche perché recapitata in modalità del tutto inadeguate, tenendo conto della rilevanza dei contenuti espressi".

Il sindaco Del Gobbo: "Solidarietà all'Anb"

A stretto giro non è tardata ad arrivare anche una replica del sindaco di Magenta Luca Del Gobbo:

"Come Sindaco esprimo la mia totale solidarietà all'Associazione Nazionale Bersaglieri, e in particolare alla sezione locale. Sono rimasto profondamente stupito e perplesso dalla presa di posizione di alcuni docenti del Liceo Bramante. Mi auguro che tale posizione non sia condivisa né dalla dirigenza scolastica né dalla maggioranza del corpo docente. I Bersaglieri hanno sempre partecipato attivamente alle iniziative del Comune, collaborando durante la Giornata della Memoria, il 25 Aprile e in altri contesti, portando dentro le scuole, insieme anche all’Associazione Alpini, il valore della democrazia, della libertà, della Costituzione e del rispetto. Sono valori fondamentali, che parlano ai giovani e che costituiscono le fondamenta del nostro vivere civile".

Il primo cittadino ha inoltre voluto sottolineare il legame che unisce i Bersaglieri alla Città di Magenta, dove il prossimo 14 settembre si terrà proprio il raduno regionale del corpo:

"Magenta ha un legame indissolubile con la storia del Risorgimento e con i Bersaglieri. Il legame è oggi più che mai vivo, come testimonia la Cittadinanza Onoraria conferita qualche anno fa al terzo Reggimento Bersaglieri, erede diretto dei  combattenti del 1859. Il Ministero, nel voler coinvolgere queste realtà associative per far conoscere la storia del Risorgimento nelle scuole, compie un’azione più che legittima, educativa e necessaria. Trovo sconcertante - aggiunge - che vi siano prese di posizione simili, che denotano una profonda non conoscenza sia della storia nazionale che di quella locale. L'Associazione Bersaglieri ha sempre collaborato con tutte le realtà cittadine, incluso l'Anpi, per trasmettere ai giovani i valori fondanti della nostra Repubblica".

"Il 14 settembre si terrà a Magenta il Raduno Regionale dei Bersaglieri. Sarà l’occasione giusta per conoscere meglio la storia della nostra città e il valore di queste realtà. Invito quei docenti, prima di esprimere giudizi affrettati, a riflettere sul ruolo che possono e devono avere nella trasmissione dei valori ai giovani, che hanno bisogno di punti di riferimento veri, non di polemiche gratuite".

Insorge la Lega: "Macchiato il nome del liceo"

Sul tema è intervenuta in giornata anche la locale sezione della Lega, che conta tra i suoi esponenti diversi ex studenti del Bramante: Kevin Bonetti segretario della sezione cittadina, Simone Gelli assessore all'urbanistica e Luca Aloi presidente del Consiglio comunale di Magenta.

Il partito parla di "un segnale veramente negativo e di censura ideologica che macchia il buon nome del Liceo di Magenta, Città della Battaglia, con Bonetti che aggiunge:

"Chiediamo al Dirigente scolastico di chiarire al più presto la situazione dal momento che, da un articolo di un giornale nazionale, si evince un attacco gratuito all'Istituzione dei Bersaglieri, sia al Corpo che all'Associazione".

Non da meno il commento dell'assessore Gelli:

"Questa notizia ha colto tutti di sorpresa, soprattutto non ci si aspetta dal "Bramante" questo tipo di chiusura ideologica vista anche la storia e l'impegno civico dell'Associazione Nazionale Bersaglieri sul territorio e la presenza della nota Fanfara che tra pochi giorni festeggerà la rievocazione della Battaglia simbolo della secondo conflitto risorgimentale".

Così invece il presidente del Consiglio comunale Aloi:

"Lascia basiti questa lettera, il Bramante e Magenta non si meritano questo. Ricordo come da studente abbiamo sempre dato spazio a tutto e tutti. Questa lettera a ridosso della rievocazione della Battaglia e del raduno Regionale dei Bersaglieri a Settembre non fa bene alla comunità, a chi la rappresenta in tutte le sue parti e chi è chiamato a crescere le nuove generazioni che la compongono".

Chiude il capogruppo del Carroccio in Consiglio Maurizio Baroni:

"Auspico un chiarimento e le scuse di questi insegnanti al Corpo Nazionale e ancor di più alla Sezione locale dei Bersaglieri che con passione e abnegazione tipici del decalogo di Lamarmora sono fiore all'occhiello nazionale e per la comunità magentina".

Parla il sottosegretario all'Istruzione Frassinetti

La vicenda non ha mancato di coinvolgere anche la politica nazionale. Così hanno dichiarato in una nota congiunta Paola Frassinetti, sottosegretario all’Istruzione di Fratelli d'Italia, e Stefania Bonfiglio, esponente di Fratelli d’Italia a Magenta.

"Le dichiarazioni di alcuni docenti del liceo Bramante di Magenta, che contestano l’ingresso dei Bersaglieri nelle scuole nell’ambito del protocollo d’intesa firmato con il Ministero dell’Istruzione e del Merito, sono inaccettabili e rivelano un pregiudizio ideologico che nulla ha a che fare con la scuola intesa come luogo di educazione e pluralismo"

"È paradossale che proprio alla vigilia della Festa della Repubblica si scelga di screditare il Corpo dei Bersaglieri, una delle espressioni più amate e rispettate della nostra storia nazionale, non solo per il valore militare, ma per la continua disponibilità a servire la popolazione nei momenti di emergenza. Infondere nei giovani valori come l’attaccamento all’Italia, il rispetto per la sua bandiera, la conoscenza della nostra storia e il senso del dovere verso la comunità è un obiettivo educativo fondamentale" prosegue Frassinetti.

Bonfiglio, assessore al Bilancio di Magenta, ha poi aggiunto:

«Siamo di fronte a un evidente tentativo di politicizzazione della scuola da parte di chi, mentre parla di pluralismo e libertà, contesta ogni iniziativa che non rispecchi la propria visione ideologica. I valori promossi dai Bersaglieri, come la disciplina, l’onore, la famiglia, la legalità e l’amor di patria, sono patrimonio condiviso e riconosciuto da milioni di italiani. Se alcuni insegnanti non si riconoscono in questi valori, è una loro opinione personale, ma non possono pretendere di imporla all’intero istituto scolastico né strumentalizzare l’educazione civica per attaccare il Governo».

Frassinetti e Bonfiglio hanno poi concluso la loro nota ribadendo il sostegno al protocollo firmato con l’Associazione Nazionale Bersaglieri:

«Che ha come unico scopo quello di rafforzare l’educazione civica e il senso di appartenenza nazionale, in una fase storica in cui è più che mai necessario trasmettere ai giovani il rispetto per le istituzioni, il sacrificio e la memoria storica del nostro Paese».

Per il Pd magentino si tratta di "polemiche strumentali"

Di polemiche strumentali del centrodestra parla invece il Partito Democratico magentino con il suo segretario Matteo Di Gregorio, che anche in vista delle celebrazioni per il 4 giugno intende ribadire "quanto il Corpo dei Bersaglieri rappresenti un patrimonio importante di valori e tradizioni, come lo è da sempre la Fanfara Bersaglieri “Nino Garavaglia” per l’intera comunità magentina".

Nessuno mette in discussione il loro contributo alla storia del nostro Paese, né tantomeno il loro ruolo educativo e civico che portano avanti ogni giorno con dedizione. Dispiace, però, constatare come anche questa occasione sia stata trasformata in un pretesto di polemica da parte del centrodestra magentino, che non perde mai occasione per strumentalizzare vicende che meriterebbero invece rispetto, misura e responsabilità istituzionale. Alcuni insegnanti del Liceo Bramante hanno esercitato, con una lettera aperta al Ministro, un legittimo diritto di espressione, come cittadini e come educatori, proponendo una riflessione critica e civile, che va ben oltre i “Bersaglieri” e che non può e non deve essere ridotta a un mero attacco contro nessuno. Il Liceo, come istituzione scolastica, non ha assunto alcuna posizione ufficiale in merito, e ci pare doveroso ricordarlo a chi oggi si affretta a emettere giudizi e condanne sulla base di articoli parziali, privi di virgolettati, che non aiutano certo a chiarire ma solo ad alimentare inutili divisioni".
"Conosciamo e stimiamo molti docenti del Liceo Bramante, e sappiamo bene quanto abbiano fatto e continuino a fare ogni giorno nell’educare intere generazioni di magentini al pensiero critico, alla cittadinanza attiva, al rispetto delle istituzioni. Prima di lanciarsi in giudizi sommari, forse sarebbe stato più opportuno provare ad ascoltarli, dialogare o per lo meno leggere interamente quanto da loro scritto. Questa vicenda è solo l’ennesimo episodio di un atteggiamento del centrodestra locale che, incapace di affrontare i veri problemi della città – dal degrado urbano alla carenza di servizi – preferisce accendere polemiche su falsi problemi, tentando di coprire con il rumore il vuoto della propria azione amministrativa. Noi continueremo, al contrario, a difendere la libertà d’espressione, il valore della scuola pubblica e il rispetto dovuto a tutte le istituzioni, militari e civili. La nostra comunità merita confronto, non becera propaganda".
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