Cnh assume 10 persone nello stabilimento che vuole chiudere

La denuncia dei sindacati: siamo all'assurdo.

Cnh assume 10 persone nello stabilimento che vuole chiudere
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Cnh assume 10 persone nello stabilimento che vuole chiudere

I sindacati lo dichiarano apertamente: siamo al teatro dell'assurdo. La situazione della Chn Industrial di Pregnana, che dà lavoro a circa 300 lavoratori, tiene da settimane in ansia le famiglie e preoccupa sindaci e istituzioni italiane. 

Nella giornata di oggi, mercoledì 6 novembre, Marco Giglio, operatore Fim Milano Metropoli, Roberta Turi, segretaria generale Fiom Milano, Francesco Carusosegretario Uilm Milano, Monza e Brianza, denunciano l'ultima novità in merito all'annosa questione.

Teatro dell'assurdo

“Paradossale = in apparente o reale contrasto con il comune modo di pensare o con le più elementari norme del buon senso, e quindi inaccettabile sul piano logico, pratico, morale.”

"Entra perfettamente in questa definizione ciò che è accaduto ieri - spiegano i sindacalisti - nello stabilimento Chn/Fpt Industrial di Pregnana Milanese (quello che Chn vuole chiudere), dove la direzione ha convocato i rappresentanti dei lavoratori per comunicare loro che, causa aumento dei volumi produttivi per nuovi ordini, l’azienda ha la necessità di inserire 10 nuovi lavoratori in somministrazione (oltre quelli già presenti) nell’area manufacturing e di ordinare straordinari".

“Sono senza pudore – è il commento di Marco Giglio, operatore Fim Milano Metropoli, Roberta Turi, segretaria generale Fiom Milano, Francesco Carusosegretario Uilm Milano, Monza e Brianza – dopo aver annunciato il trasferimento delle produzioni e la chiusura del sito di Pregnana e mentre i lavoratori si mobilitano per impedire che questa scelta si traduca in realtà, pretendono pure che tutti si inchinino alle loro esigenze.

Questa rappresentazione dell’assurdo conferma quello che sosteniamo da sempre: quello di Pregnana non è affatto uno stabilimento in crisi, ci sono ordini che vanno oltre le possibilità produttive degli attuali occupati, ci sono professionalità e saperi fondamentali. Chiederemo all’azienda un incontro per farci spiegare come pensano di conciliare la decisione di trasformare il sito di Pregnana in un’area dismessa e questi numeri: budget 2018 per il 2019: 24.000 motori; settembre 2019: 29.000 motori confermati; novembre 2019: 31.000 motori confermati.

Il mondo non può andare alla rovescia e, a maggior ragione dopo la richiesta aziendale di ieri, continueremo a batterci con i lavoratori perché il super produttivo stabilimento Chn/Fpt Industrial resti in attività a Pregnana".

Cecchetti: "La situazione sta sfuggendo di mano"

"Esprimo tutta la mia preoccupazione e lo stupore per quanto sta accadendo alla CNH di Pregnana Milanese - dichiara il vice Presidente del Consiglio Regionale, Carlo Borghetti – Mentre sindacati e dipendenti sono impegnati per evitare la chiusura del sito e il trasferimento della produzione a Torino, l’azienda assume 10 nuovi lavoratori in somministrazione a causa dell’aumento dei volumi produttivi per nuovi ordini. Questo fatto certifica come il sito di Pregnana non sia uno stabilimento in crisi, anzi, e quindi appare sempre più incomprensibile il piano presentato dall’azienda. Ribadisco quindi la mia richiesta al presidente della Regione Fontana e al ministro Patuanelli: le istituzioni devono intervenire rapidamente con tutti gli strumenti a loro disposizione per evitare che la situazione sfugga di mano e che un importante stabilimento produttivo non venga abbandonato con il rischio di esuberi e di pesanti danni all’indotto e al tessuto socio-economico del nostro territorio".

Scurati: "Il governo Pd-M5S è assente sulla politica industriale e nella gestione dei tavoli di crisi"

"Dopo aver annunciato il trasferimento della produzione e la chiusura del sito di Pregnana Milanese, la CNH/FPT Industrial ha annunciato l’assunzione di 10 nuove figure professionali proprio nell’area che vogliono chiudere. Il governo Pd-M5S si è dimostrato ancora una volta assente sulla politica industriale e nella gestione dei tavoli di crisi, che si moltiplicano anche nella nostra regione. Il fallimento dell’incontro al MISE di settimana scorsa tra le parti sociali e la proprietà lo dimostra appieno".

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